Prelievo cinghiali, la Provincia ai sindaci: Segnalateci i danni alle colture
Piano di emergenza cinghiali mai partito, Di Giuseppantonio invita finalmente i sindaci a segnalare la presenza degli ungulati sul territorio.
Sollecitato a mezzo stampa, il presidente della Provincia di Chieti fa un passo verso l’applicazione pratica dell’ormai famigerata delibera sul prelievo dei cinghiali.
Dopo aver annunciato, infatti, l’avvio di una fase di selecontrollo per far fronte ai danni alle colture causati dagli ungulati, la Provincia ha poi fatto finta di niente, restando in attesa di comunicazioni da parte dei sindaci. Il problema è che i sindaci non sono stati avvisati, né invitati a comunicare dati. Dopo qualche sollecitazione a mezzo stampa, nei giorni scorsi l’ente chietino ha informato finalmente i sindaci.
In una nota di ieri il presidente Di Giuseppantonio tenta di arrampicarsi sugli specchi cercando di giustificare un evidente e colpevole ritardo, probabilmente voluto da chi, in seno alla sua amministrazione, vede come il fumo negli occhi il prelievo di cinghiali mediante selecontrollo.
«Abbiamo adottato in Giunta, con la delibera n. 218 del 26 luglio scorso, un piano di prelievo in emergenza dei cinghiali immediatamente operativo e ci apprestiamo ad approvare in Consiglio provinciale il programma triennale per il controllo dei cinghiali - dichiara il presidente Enrico Di Giuseppantonio – E’ bene sgombrare il campo dagli equivoci alimentati finora: non corrisponde al vero che la delibera non è stata ufficialmente comunicata ai Comuni dalla Provincia».
Certo, è stata comunicata, ma solo nei giorni scorsi, dopo cioè venti giorni dall’approvazione della delibera che pure prevede un piano di emergenza. Evidentemente l’emergenza non è così urgente secondo la Provincia.
Precisa ancora il presidente Di Giuseppantonio: «Le richieste, infatti, per essere prese in considerazione devono essere circoscritte e chiare, in modo da consentire l’abbattimento mirato dei cinghiali e in assoluta sicurezza: il selecontrollo ha regole e modalità precise da rispettare stabilite dal regolamento Ispra, sia chiaro che non è una battuta di caccia indiscriminata come qualcuno vuole far intendere e, tra l’altro, non è neanche antieconomica perché l’Ente si avvale delle guardie venatorie volontarie, appositamente addestrate, per effettuare il prelievo».
In realtà non si tratta di guardie venatorie volontarie, il presidente è poco informato, ma semplicemente di selecontrollori, cioè cacciatori abilitati dopo apposito corso riconosciuto dall’Ispra e il superamento di un esame.
«Inoltre, - continua Di Giuseppantonio - le ragioni dell’intervento sono legate esclusivamente alla tutela dell’agricoltura e dell’allevamento, diversamente, come in caso di pericolo all’incolumità pubblica, la competenza passa alla prefetture. La macchina operativa della Provincia è perfettamente in grado di operare e abbiamo spiegato anche come. Basta collaborare insieme ed invito gli amministratori locali a fare le segnalazioni».
Insomma, è chiaro, l’invito del presidente è questo: sindaci, segnalate i danni causati dai cinghiali. Solo dopo, forse, i selecontrollori potranno finalmente entrare in azione.
effebottone@gmail.com
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