venerdì 5 ottobre 2012

Caccia. Febbo, Acerbo mostra ignoranza

Pescara, 5 ott. Dall'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, riceviamo e pubblichiamo. "Al coro di proteste e attacchi pretestuosi nei confronti del lavoro della Giunta regionale e del sottoscritto mancava all'appello il sempre puntuale Maurizio Acerbo che però, ancora una volta, accecato dal suo fondamentalismo sbaglia completamente il tiro palesando una clamorosa ignoranza". "Nelle sue critiche, accessorie alla richiesta di parere al Collegio delle Garanzie Statutarie, sulla delibera sulla conformità all'articolo 13 dello Statuto, della deliberazione di giunta regionale n. 605, del 1 settembre 2011, ed il relativo Avviso "Indirizzi generali per la gestione delle popolazioni di cinghiale e principi generali per la gestione delle popolazioni di cervo e caprioli", Acerbo dimostra di non essere a conoscenza dei fatti e soprattutto degli atti. Eccomi quindi a dover rispondere ad un altro patetico attacco politico. Acerbo dovrebbe sapere che le linee guida (che non configurano un regolamento) sono state stilate di concerto con i tecnici e gli assessore al ramo delle quattro provincie, oltre un anno fa con un lavoro che si è protratto per diversi mesi. Le linee di indirizzo si sono rese necessarie per una corretta gestione delle popolazioni di ungulati (Cervo, Capriolo e Cinghiale), dalle Marche in su tutte le regioni hanno un regolamento appropriato. Tale linee di indirizzo permettono alle Province di predisporre dei propri regolamenti uniformi per tutto il territorio regionale in modo che sulla base di essi sia possibile una corretta gestione degli ungulati. Questo non significa, come strumentalmente inteso dal consigliere Acerbo, praticare abbattimenti più o meno indiscriminati sugli ungulati, soprattutto su cervi e caprioli, attualmente non cacciabili in Abruzzo, ma una corretta gestione delle popolazioni selvatiche ai fini di un equilibrato rapporto fra esse e le realtà agrosilvopastorali oltre che con le altre specie selvatiche. La gestione avviene correttamente quando: si conosce la consistenza delle popolazioni, la loro struttura (Classi di sesso e di età)e la dinamica delle stesse (censimenti); sono fissate le densità agrosilvopastorali (n. di individui presenti su un determinato territorio che sono compatibili con le attività agro-silvo-pastoral) e biologiche (n. individui in equilibrio con l'ambiente); sulla base dei suddetti elementi viene elaborato un piano di gestione pluriennale che comprende le indicazioni per una corretta gestione delle specie interessate, ed è attivabile solo dopo parere obbligatorio e vincolante dell'ISPRA. Poiché al momento nessuna forma di gestione come sopra indicata viene effettuata (non si conosce neanche a livello di stima la consistenza di tali animali sul territorio, anche per atteggiamenti non sempre disponibili da parte dei soggetti gestori delle aree protette),in regione si pagano oggi circa 4 milioni all'anno per danni all'agricoltura ed alla zootecnia. Tutto questo potevamo, e dovevamo, farlo da 10 anni per essere pronti ad affrontare con soluzioni i problemi, come le altre regioni del centro-nord hanno fatto". "Il consigliere Acerbo poteva anche risparmiare il demagogico richiamo al Bambi, in quanto tutto il mondo scientifico, tecnico ed agricolo, oltre che venatorio, conoscono bene e da anni la realtà che non consente la fucilazione dei predetti peluche. Le linee guida destinano ampio spazio alla formazione ed acculturamento degli operatori del settore (cacciatori, agricoltori, tecnici e volontariato). Riguardo poi alla boutade del ripopolamento di cinghiali solo un'estrema disinformazione può esserne la causa. In Abruzzo non è consentito dalle leggi vigenti, e di fatto non praticato da almeno 20 anni. Per venire incontro alla confusione del collega Acerbo voglio comunicargli che il personale tecnico della Direzione è disponibile ogni momento per illustrare la realtà delle cose".

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