Caccia. Febbo, Acerbo mostra ignoranza
Pescara, 5 ott.
Dall'assessore alla Caccia, Mauro Febbo, riceviamo e pubblichiamo. "Al
coro di proteste e attacchi pretestuosi nei confronti del lavoro della
Giunta regionale e del sottoscritto mancava all'appello il sempre
puntuale Maurizio Acerbo che però, ancora una volta, accecato dal suo
fondamentalismo sbaglia completamente il tiro palesando una clamorosa
ignoranza". "Nelle sue critiche, accessorie alla richiesta di parere al
Collegio delle Garanzie Statutarie, sulla delibera sulla conformità
all'articolo 13 dello Statuto, della deliberazione di giunta regionale
n. 605, del 1 settembre 2011, ed il relativo Avviso "Indirizzi generali
per la gestione delle popolazioni di cinghiale e principi generali per
la gestione delle popolazioni di cervo e caprioli", Acerbo dimostra di
non essere a conoscenza dei fatti e soprattutto degli atti. Eccomi
quindi a dover rispondere ad un altro patetico attacco politico. Acerbo
dovrebbe sapere che le linee guida (che non configurano un regolamento)
sono state stilate di concerto con i tecnici e gli assessore al ramo
delle quattro provincie, oltre un anno fa con un lavoro che si è
protratto per diversi mesi. Le linee di indirizzo si sono rese
necessarie per una corretta gestione delle popolazioni di ungulati
(Cervo, Capriolo e Cinghiale), dalle Marche in su tutte le regioni hanno
un regolamento appropriato. Tale linee di indirizzo permettono alle
Province di predisporre dei propri regolamenti uniformi per tutto il
territorio regionale in modo che sulla base di essi sia possibile una
corretta gestione degli ungulati. Questo non significa, come
strumentalmente inteso dal consigliere Acerbo, praticare abbattimenti
più o meno indiscriminati sugli ungulati, soprattutto su cervi e
caprioli, attualmente non cacciabili in Abruzzo, ma una corretta
gestione delle popolazioni selvatiche ai fini di un equilibrato rapporto
fra esse e le realtà agrosilvopastorali oltre che con le altre specie
selvatiche. La gestione avviene correttamente quando: si conosce la
consistenza delle popolazioni, la loro struttura (Classi di sesso e di
età)e la dinamica delle stesse (censimenti); sono fissate le densità
agrosilvopastorali (n. di individui presenti su un determinato
territorio che sono compatibili con le attività agro-silvo-pastoral) e
biologiche (n. individui in equilibrio con l'ambiente); sulla base dei
suddetti elementi viene elaborato un piano di gestione pluriennale che
comprende le indicazioni per una corretta gestione delle specie
interessate, ed è attivabile solo dopo parere obbligatorio e vincolante
dell'ISPRA. Poiché al momento nessuna forma di gestione come sopra
indicata viene effettuata (non si conosce neanche a livello di stima la
consistenza di tali animali sul territorio, anche per atteggiamenti non
sempre disponibili da parte dei soggetti gestori delle aree protette),in
regione si pagano oggi circa 4 milioni all'anno per danni
all'agricoltura ed alla zootecnia. Tutto questo potevamo, e dovevamo,
farlo da 10 anni per essere pronti ad affrontare con soluzioni i
problemi, come le altre regioni del centro-nord hanno fatto". "Il
consigliere Acerbo poteva anche risparmiare il demagogico richiamo al
Bambi, in quanto tutto il mondo scientifico, tecnico ed agricolo, oltre
che venatorio, conoscono bene e da anni la realtà che non consente la
fucilazione dei predetti peluche. Le linee guida destinano ampio spazio
alla formazione ed acculturamento degli operatori del settore
(cacciatori, agricoltori, tecnici e volontariato). Riguardo poi alla
boutade del ripopolamento di cinghiali solo un'estrema disinformazione
può esserne la causa. In Abruzzo non è consentito dalle leggi vigenti, e
di fatto non praticato da almeno 20 anni. Per venire incontro alla
confusione del collega Acerbo voglio comunicargli che il personale
tecnico della Direzione è disponibile ogni momento per illustrare la
realtà delle cose".
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