Caccia: non diamogliela vinta!
Siamo alle prese con una crisi economica difficile
da negare, con la conseguente insicurezza ingenerata nelle famiglie, i costi
che aumentano ogni giorno e spingono a fare ancora più attenzione alle proprie
spese.
A questa si aggiungono i continui attacchi cui è
sottoposta la caccia e i cacciatori, fatti oggetto di campagne denigratorie
rivolte ad una società distratta e poco informata, sempre più distante dai
modelli della ruralità e pronta a farsi influenzare e a identificare l’avere a
cuore la salvaguardia di ambiente e fauna semplicemente con l’essere contro la
caccia.
E poi normative, leggi, ricorsi che non conducono
a nulla, ma privano il cacciatore di quella tranquillità con cui vivere una
attività che dovrebbe essere fonte di soddisfazione e di distensione e non di
ulteriore stress.
Nonostante tutto questo, non diamola vinta alla
crisi e a chi vorrebbe vedere la caccia sconfitta.
In una gara sportiva si può anche perdere per
stanchezza, ma noi ben sappiamo che né la caccia né questo confronto che ci
vede coinvolti da anni per difenderla e valorizzarla contro avversari che non
sempre giocano secondo le regole sono uno “sport” e quindi non esiste un
secondo posto: abbandonare o perdere significherebbe far scomparire la
caccia.
Ora più che mai è necessario che le Associazioni Venatorie
ritrovino collaborazione e unità di intenti e che tutti i cacciatori, tutti
coloro che indipendentemente dalla forma di caccia praticata o
dall’appartenenza associativa si riconoscono in uno spirito comune, ritrovino
un nuovo e più forte senso di appartenenza, comunione di idee e di scopi, mantengano
rafforzata e rinnovino la propria passione, stringano le fila per rivendicare
con orgoglio e più incisività la propria identità e la cultura della caccia.
Un orgoglio che viene dalla assoluta certezza di
essere uomini onesti, che esercitano un’arte antica quanto l’umanità, le cui
regole e i cui valori – profondi, radicati, fatti di rispetto per l’ambiente e
per i selvatici, di etica del prelievo e di senso della misura – gli sono stati
trasmessi da nonni e padri.
Così, ogni volta che indossata la cacciatora e
preso il fucile attendiamo l’alba in mezzo al bosco, fra le brume del palude,
nelle mediche con i cani o ci emozioniamo per lo zirlo di un tordo, è a loro e
a tutti quelli che ci hanno preceduti che rendiamo un silenzioso, ma non per
questo meno consapevole, omaggio.
Ma la caccia non è solo emozioni e poesia,
amicizia e socialità, condivisione e senso di appartenenza a un mondo e a un modo
di intendere la vita senza dubbio più naturale e “umano” dei modelli trasmessi
da una società urbana e spesso indifferente.
È un impegno pratico e costante, dal valore
economico altissimo, svolto al servizio di tutta la società e del Paese,
attraverso il quale i cacciatori italiani gestiscono gratuitamente 15 milioni
di ettari di territorio, attraverso Ambiti territoriali di caccia e Comparti
alpini, con 1 milione e 300 mila ettari di territorio chiusi alla caccia.
Un impegno che si concretizza in migliaia e
migliaia di ore di tempestivo volontariato che vedono i cacciatori impegnati in
operazioni di gestione e ripristino ambientale per la difesa e la
valorizzazione della biodiversità; per la conservazione della fauna, cacciabile
e non; per la prevenzione degli incendi, la pulizia di boschi e sentieri, il
recupero di fontanili e la cura delle zone umide; la repressione del
bracconaggio, il controllo delle specie opportuniste o il riequilibrio di
quelle eccessivamente aumentate a causa dell’antropizzazione del territorio; la
prevenzione dei danni per gli agricoltori... e non certo per ultimo, la
produzione e l’occupazione per imprese e per tanti e tanti lavoratori.
Tutto questo è la realtà della caccia italiana.
Non possiamo
lasciare che vada perduto, non possiamo abbandonare o perdere, ma dobbiamo
tutti pensare a quello che la caccia ha rappresentato e ancora senza dubbio
rappresenta per tutti noi; quanta parte della nostra vita, del nostro impegno,
della nostra passione le abbiamo dedicato.
Ma dobbiamo
pensare anche a quanto ci ha dato e quanto ancora ci potrà dare.
Perché la
caccia ha bisogno di ognuno di noi. E noi abbiamo bisogno della caccia.
E solo stando
uniti, fianco a fianco, con i nostri familiari, i nostri amici di sempre,
quelli veri, quelli che contano nella vita, continuerà stagione dopo stagione a
regalarci emozioni e sogni, ma anche ad avere un ruolo sociale e civile
insostituibile.
A chi tutto
questo non lo ha capito non diamola vinta. Rispondiamo invece come sappiamo
fare, in modo forte ma civile, facendo sì che il giorno dell’apertura ci veda
ancora una volta tutti insieme e che sia una festa della caccia e dei suoi
valori.
Una festa alla
quale nessuno deve mancare. In bocca al lupo!
A caccia con te,
Lamberto Cardia
Marco Castellani
Gian Luca Dall’Olio
Mario Gargano
Paolo Sparvoli
Osvaldo Veneziano
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