venerdì 13 luglio 2012

Fondi alle associazioni venatorie: ribattono anche Dall'Olio e Veneziano


“Non siamo ricchi: il fondo è stato decurtato da Tremonti. Nel 2010 ci hanno dato 1 milione e 100 mila euro: neanche bastano a tenere in piedi le 103 sedi provinciali, 20 sedi regionali e 7 mila comunali”. Così risponde il Presidente di Federcaccia, Gianluca Dall'Olio sul Corriere della Sera alle illazioni della Brambilla sugli sprechi delle risorse stornate dalle tasse sulla licenza di caccia per supportare le associazioni venatorie e le loro iniziative. “I circoli servono – dice il Presidente Fidc -, insegnano le regole per andare a caccia, anche in deroga”.

Anche il Presidente di Arcicaccia, Osvaldo Veneziano, si è soffermato sul dato fornito dalla Brambilla (4 milioni di euro l'anno): “lo stanziamento in essere quest’anno – dice Veneziano - credo sia di circa un milione e 600mila euro per tutte le associazioni e riguarda competenze relative all’anno 2010”. “Le erogazioni – aggiunge poi Veneziano - avvengono soltanto dopo accurati controlli; sono infatti previste altre ‘sospensive’ oltre a quella che la stessa Michela Brambilla richiama nell’interrogazione. Infatti quando sono stati stanziati fondi ad associazioni che non avevano i requisiti, sono intervenuti i controlli della magistratura e le erogazioni sono state bloccate”.

“E' falso affermare che le associazioni ricevono i soldi dei contribuenti italiani – sottolinea ancora Veneziano - anzi sono gli stessi cacciatori a versare le tasse di concessione governativa, quelle regionali e di iscrizione agli Ambiti territoriali e ad finanziare le associazioni venatorie con una ‘addizionale’ (peraltro corrisposta soltanto dai cacciatori) che lo Stato incassa e che, talvolta e secondo noi impropriamente, trattiene così come fanno molte Regioni che, a causa della crisi, destinano i Fondi delle tasse regionali ad altre finalità di interesse comune come la sanità”.

Anche all'interno del Pdl si sono alzate voci di protesta: in una nota congiunta i deputati Nino Germana', Mario Valducci, Luciano Rossi, Carlo Nola e Annamaria Bernini, Agostino Ghiglia e Remigio Ceroni, dissentono dalle dichiarazioni della Brambilla evidenziando che “i tanto vituperati cacciatori, non solo costituiscono una fetta importante dell'economia del nostro Paese grazie alle ricadute ed all'indotto prodotto dalla nobile arte della caccia, ma paradossalmente offrono, in silenzio, il loro contributo per il finanziamento di beni e servizi a favore di tutti gli italiani”. 

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