sabato 14 luglio 2012

RICEVIAMO E' PUBBLICHIAMO DA ARCI CACCIA TOSCANA IL PENSIERO DEL PRESIDENTE REGIONALE FABIO LUPI


Con un editoriale pubblicato sulla rivista Caccia +, il presidente di Arcicaccia Toscana, Fabio Lupi, ha tenuto a rimarcare le posizioni della propria associazione venatoria sottolineando alcuni punti da cui far ripartire il dialogo tra rappresentanze politiche ed istituzionali fino  e organizzazioni di categoria.

I principi di fondo per l'associazione sono:
 
  • Fauna patrimonio indisponibile della Comunità nazionale, e quindi bene collettivo. Un valore da difendere ad ogni costo mantenendo l’art 842 del Codice Civile;
     
  • Rapporto indissolubile tra cacciatore e territorio perché solo così si possono garantire le necessarie azioni gestionali, un uso consapevole della risorsa e gli indispensabili elementi di responsabilità nel prelievo; 
     
  • Leggi, regolamenti e Calendari venatori armonici e rispettosi delle Direttive e degli obblighi europei quale base essenziale per un nuovo patto con il mondo ambientalista e con quello scientifico che metta fine alla fase dei contenziosi;
     
  • Un nuovo e più equilibrato rapporto tra ATC , territorio a caccia programmata e sistema delle aree protette attraverso una pianificazione territoriale ed una programmazione che sappia affrontare e coniugare il problema della protezione, della caccia e della gestione di alcune popolazioni faunistiche e del loro impatto con i danni alle coltivazioni agricole;
     
  • Un nuovo patto con l’agricoltura e con il mondo agricolo sprigionando risorse anche per la gestione diretta da parte degli agricoltori di parte del territorio ai fini faunistici, per la realizzazione di miglioramenti ambientali, per la produzione di fauna allo stato naturale come occasione di reddito integrativo per l’impresa multifunzionale e per il turismo rurale. Tutto ciò - spiega Lupi - dovrà avvenire garantendo alla pubblica amministrazione un ruolo centrale nella pianificazione e nella programmazione per non scivolare nella logica di una produzione interamente finalizzata al consumo ed al commercio faunistico. Un patto con gli agricoltori non tanto sull’allevamento e sui danni, ma di utilità, anche economica, per creare fauna nelle ZRC, nelle ZRV, nelle AFV di qualità, nei distretti per la piccola selvaggina stanziale etc".

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