lunedì 23 aprile 2012

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL SIG.Marco Buzziolo, Cacciare a Palla aprile 2012

Riprendiamoci il WWF

Fulco Pratesi, Arturo Osio, Mario Incisa della Rocchetta: sono i nomi dei fondatori del WWF Italia, nato nel 1966 dopo che, nel 1959, il marchese Incisa della Rocchetta aveva costituito il Rifugio Faunistico Padule di Bolgheri, facendolo sorgere per “gemmazione” dall’omonima riserva di caccia, una delle più celebri d’Italia, i cui fasti venatori vennero celebrati nell’opera “Starne, fagiani e lepri” di quel grande cacciatore che fu Emilio Scheibler. Il Padule di Bolgheri diventò così la prima Oasi italiana del WWF, assieme a quella del Lago di Burano, nel Grossetano. Sia Pratesi sia Incisa della Rocchetta erano cacciatori e fu dunque dal mondo della caccia, o meglio da chi - come noi - considerava la caccia un’espressione nobile dell’amore per la natura, che nacque il WWF. Questo non solo in Italia, dato che il principe Filippo di Edimburgo, consorte della regina Elisabetta e appassionato cacciatore, detenne per molti anni la presidenza mondiale del WWF e oggi ne è presidente emerito. Un sodalizio che, dunque, nelle sue linee generali internazionali non è contrario alla caccia e che probabilmente solo in Italia ha assunto connotazioni contrarie all’attività venatoria. Per molto tempo non sono riuscito a capire il motivo per cui in Italia il WWF aveva assunto queste posizioni anticaccia, ma col trascorrere degli anni e, con essi, anche dell’esperienza di vita e della conoscenza dell’ambiente venatorio, ho capito che i motivi di questa avversione non stavano tanto nella caccia in sé, quanto nel livello culturale medio del cacciatore italiano. Cacciatore che - come purtroppo sappiamo - solo da qualche anno sta faticosamente emergendo dalla palude di ignoranza, di supponenza e di maleducazione in cui si crogiolava. Talvolta con preoccupanti marce indietro… Una situazione di degrado che, a mio modo di vedere, ebbe inizio con gli anni Sessanta e con il cosiddetto “miracolo economico”, che portò nelle campagne, doppietta in spalla, legioni di soggetti che si erano all’improvviso trovati in mano i soldi necessari per l’acquisto di licenza e attrezzature, nonché il tempo libero per poterle utilizzare. Ma che della “caccia buona” non avevano capito niente, perché nessuno li aveva acculturati, nemmeno attraverso il lungo tirocinio pratico al quale in precedenza ogni aspirante cacciatore doveva sottomettersi. Formazione zero; educazione zero; passione reale per la fauna zero; assistenza culturale delle associazioni venatorie zero; buoni esempi pochi e trascurati. Due milioni di soggetti armati sparsi ogni domenica nelle campagne, in quella che veniva vista come un’attività dopolavoristica, per soddisfare le esigenze predatorie dei quali le pubbliche amministrazioni, sempre a caccia di consensi, provvidero a seminare ovunque fagiani “prontacaccia” e perfino cinghiali “ammaialati”. Uno stato di cose che produsse danni così pesanti all’ambiente e alla stessa tensione morale dei cacciatori che ancora oggi stentiamo a uscirne. Atteggiamenti che sicuramente ebbero la loro responsabilità nell’attirarsi odio e disprezzo da parte di chi considerava la caccia qualcosa di nobile e di culturalmente elevato.
Sin dagli anni Ottanta, quando facevo parte della Commissione nazionale stampa e propaganda della FIdC, mi chiedevo, di fronte agli attacchi del mondo ambientalista e ai referendum anticaccia, se non fosse il caso di adottare strategie diverse. Vale a dire se non fosse opportuno che il mondo della caccia più avanzato e acculturato si riappropriasse di quella che era stata una sua creatura e che aveva sciaguratamente abbandonato per strada “in mani ostili”. Una proposta che più volte avanzai, senza successo, a due presidenti nazionali della FIdC: Polo Leporatti e Giacomo Rosini. Oggi, di fronte al fallimento politico e gestionale delle associazioni venatorie, che riflette quello dei partiti politici italiani, di fatto commissariati per fare le riforme da un governo tecnico, sono sempre più convinto che i migliori tra i cacciatori debbano trovare una casa che li rappresenti all’interno del movimento ambientalista. E che questa casa non possa essere che il WWF. Perciò saluterei con grande entusiasmo un’iniziativa che portasse tutti i buoni cacciatori a iscriversi - magari con i familiari - al WWF, per riprendere le redini di quella che fu “la nostra” associazione ambientalista. E per sottrarla, col peso delle nostre tessere, agli estremismi “da gattàre” che di quando in quando compaiono qua e là. Conferendole, nel contempo, nuova forza e nuova autorevolezza. Inutile creare nuove sigle: basta rivolgersi a quella più prestigiosa e internazionale. Riprendiamoci dunque il WWF, amici cacciatori, e facciamo ammenda della scelleratezza con cui, in passato, l’abbiamo lasciato in balia dei nostri nemici! Consapevoli che, a livello internazionale, la presenza di cacciatori consapevoli in seno al WWF non solo non costituirà scandalo, ma sarà vista come prezioso arricchimento. Attendo commenti…
Marco Buzziolo, Cacciare a Palla aprile 2012

3 commenti:

  1. Riprendersi il WWF potrebbe essere una bella idea,MA PRIMA DI QUESTO I CACCIATORI PIU' LUNGIMIRANTI, DOVREBBERO RIPRENDERSI LE ASSOCIAZIONI VENATORIE, DOVE, in quasi tutte, PERMANGONO DA DECENNI SEMPRE GLI STESSI QUADRI DIRIGENZIALI.....
    Queste sono al centro del nostro mondo e sono LORO CHE GESTISCONO LA CACCIA ATTRAVERSO LE ATC e che attraverso una buona legge regionale che pur abbiamo(LR 2004) e attraverso i suoi istituti POTEVANO CAMBIARE IL CONCETTO ATTUALE DI CACCIA E SOVVERTIRLO IN QUELLO:"CHE NON CI PUO ESSERE CACCIA SE NON SI PROTEGGE L'AMBIENTE E LA FAUNA"! Potevano loro EDUCARE E ISTITUIRE E RICREARE, i mezzi e il potere per farlo è stato sempre nelle loro mani..... Quante volte mi sono ritrovato in questo blog a esprimere gli stessi concetti ma INTORNO NON ESISTE LA VOGLIA DI CAMBIARE ! E SONO CONVINTO CHE PRIMA DI CAMBIARE GLI ALTRI(WWF) DOVREMMO CAMBIARE NOI STESSI!
    Michele Di Fabio

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  2. CARO MICHELE, E' UN PIACERE RILEGGERTI..... CONDIVIDO QUANTO DICI E TI ASSICURO CHE HO INIZIATO CON LA MIA ASSOCIAZIONE A PROPORRE IL CAMBIO DI MARCIA TI GARANTISCO CHE E' DURA MA L'IMPEGNO SARA' MASSIMO E TUTTO TESO AL RENDERE L'ATTIVITA' VENATORIA NEL NOSTRO TERRITORIO ECOCOMPATIBILE E SOSTENIBILE CON UN CAMBIO DI MARCIA NELLA GESTIONE DEGLI AMBITI.....PER FARE CIO' ABBIAMO BISOGNO DI TUTTO IL SOSTEGNO POSSIBILE DA PARTE DEI CACCIATORI E QUINDI ANCHE DA PARTE TUA...QUESTO BLOG E' NATO ED E' A DISPOSIZIONE DI CHI VUOL LAVORARE PER MIGLIORARE LA CACCIA E LA GESTIONE DEI TERRITORI E DELLA FAUNA SELVATICA. SALUTI ANGELO PESSOLANO-

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  3. Caro Angelo,
    ti ringrazio per l'apprezzamento......Sò che ci stai provando e la riunione di Vasto da te organizzata ne è una piccola prova...
    TI ASSICURO, a proposito del modo di intendere la caccia, CHE NON RIESCO A SPIEGARMI l'atteggiamento nel tempo degli amministratori delle ATC e cioè le associazioni, Prima l'una ora l'altra.....
    Quando la provincia amministrava il territorio PUNTO' UNICAMENTE SULLE ZRC nella nostra zona di Cupello ne avevamo una molto fruttifera per quanto riguarda i fagiani. A fianco neanche a tre Km quella di Monteodorisio che riforniva tutta la valle del Sinello e torrente Cena al di sotto del paese, di altrettanti ottimi fagiani; A tre km seguendo il torrente Cena verso Furci La riserva di questo paese che forniva ottimi lepri per non parlare della RISERVA PRIVATA DI FRESA CHE OGNI ANNO CI PAGAVA il " DAZIO" con ottime lepri di cattura nella stessa riserva. Queste venivano ogni anno gestite dai cacciatori effettuando la caccia ai nocivi all'interno.... INTORNO A CACCIA APERTA SI RACCOGLIEVANO OTTIMI E SODDISFACENTI FRUTTI... Oggi abbiamo una legge che oltre a questo istituto ne prevede altri tipo ZRV(Zone di Rispetto Venatorio) che potrebbero essere gestite e aperte e chiuse a DISCREZIONE DEL COMITATO DI GESTIONE DELLE ATC, MA NON VENGONO USATE NE L'UNA NE L'ALTRE PREFERENDO UNICAMENTE RIPOPOLARE CON ANIMALI DI BATTERIA PRIMA DELL'APERTURA DELLA CACCIA...!!??
    ...Non voglio dilungarmi oltre....SPERO TANTO PERO' VISTO CHE SEI ALL'INTERNO del CD CHE TU RIESCA A SMUOVERE LE ACQUE per iniziare un nuovo percorso.
    Un saluto a tutti
    Michele Di Fabio

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