Cota: "Aboliamo la legge sulla caccia
così salta il referendum del 3 giugno"
Il presidente punta a un escamotage per evitare
l'appuntamento con le urne: "Con la crisi che c'è, spendere oltre venti
milioni è semplicemente una follia". Ma per il Pd l'ipotesi sarebbe "un
colpo di mano inaccettabile". Lunedì un altro tentativo per evitare il
voto
di SARA STRIPPOLI
Al termine di una giornata difficile e una riunione di
capigruppo terminata con un mancato accordo e il secco No della giunta
ai quesiti referendari, sulla caccia Roberto Cota taglia corto e
ripropone la via dell'abrogazione della legge: "Con la crisi che c'è,
con tutti i problemi che abbiamo, spendere oltre venti milioni di euro
per un referendum è semplicemente una follia". L'unico modo per evitarlo
è l'abrogazione, insiste il governatore: "La giunta intende portare
avanti questa soluzione impegnandosi ad approvare subito dopo una legge
nuova". Per il capogruppo del Pd Aldo Reschigna l'ipotesi proposta dal
governatore sarebbe un colpo di mano inaccettabile: "Questa soluzione
richiede comunque un emendamento alla legge finanziaria e quello che
riteniamo insostenibile è che alla fine l'abrogazione porterebbe a far
entrare in vigore la legge nazionale che è più permissiva di quella
regionale che si vorrebbe abrogare". Il gruppo del Pd ritiene che ci sia
ancora qualche carta da giocare: "Crediamo ci possa essere una
soluzione che non rappresenti una scorciatoia. ci sono alcuen tracce
sulle quali stiamo lavorando", dice ancora Reschigna. Al termine della
riunione dei capigruppo, il presidente del Consiglio regionale Valerio
Cattaneo ha tenuto infatti aperto uno spiraglio e concesso un rinvio per
lunedì. La linea seguita ieri in extremis dai Democratici era che si
ritirassero le quattro proposte attualmente depositate da Pdl e Lega,
Idv, Pd e Verdi Verdi, per mettere a punto un nuovo testo condiviso,che rendesse inutile la consultazione accogliendo le richieste dei referendari. Per
Andrea Stara di Insieme per Bresso, la colpa ricade tutta sulla giunta
Cota: "La possibilità di risparmiare i 22 milioni di euro c'era e le
responsabilità sono tutte di piazza Castello. Ancora oggi hanno
confermato di non voler recepire i quesiti referendari nell'attuale
legge regionali. Dopo tre mesi in cui la giunta non solo non ha recepito
ma approvato emendamenti peggiorativi, la volontà mi pare chiara, non
rimane che andare a votare". Nel prossimo Consiglio, aggiunge Stara, si
voterà un ordine del giorno che chiede di portare al voto la legge che
recepisce i quesiti del referendum "Vedremo se la maggioranza li
voterà". Per Sel, la capigruppo Monica Cerutti ribadisce che per il suo
partito la via maestra per salvare gli oltre venti milioni da spendere
per organizzare il referendum resta l'accoglimento dei quesiti
referendari: "Non c'è nessun'altra soluzione democratica",
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