Associazione Italiana per la Wilderness (AIW)
Riconosciuta dal
Ministero dell’Ambiente con Decreto 28 dicembre 2004 – G.U. n. 53 - 5 marzo
2005
DOCUMENTO
ORSO BRUNO MARSICANO
SEMPRE LA SOLITA STORIA!
Quando
non si hanno idee per risolvere problemi la cosa più facile da fare è
perseverare con quelle degli altri, specie se non creano problemi al potere,
anche se i problemi non li risolvono. E’ una regola della politica, che non a
casa da quasi cinquant’anni guida le autorità che dovrebbero occuparsi della
difesa dell’Orso bruno marsicano.
Sono
stati 135 i collaboratori che nel tardo scorso autunno hanno partecipato
all’ultimo censimento dell’Orso marsicano; tutti spinti da una grande buona
volontà di fare qualcosa. Hanno contribuito all’ennesimo conteggio degli orsi
sopravissuti, e ne è uscito il solito pianto greco dell’ovvietà: di orsi ce ne
sono sempre di meno. Nessuno ha pensato che se quelle 135 persone fossero state
utilizzate per seminare qualche campo di granoturco avrebbero fatto di più per
l’orso che non andando a spasso per il Parco a bearsi delle loro osservazioni
(certo, comprendiamo bene che tra lo zappare un campo ed una bella binocolata
ad una animale sempre più raro, c’è una certa differenza. Se fossero stati
chiamati a zappare, forse di quei 135 volontari se ne sarebbero presentati solo
35: ma avrebbero fatto per l’orso molto di più che 135 andati a godersi
l’ennesima giornata di “bearwatching”, ovvero contribuendo al disturbo che da
quasi 50 anni è la vera ragione – da tutti sottaciuta perché “politically
incorrect” – della dispersione dell’orso marsicano e quindi della sua lenta ma
progressiva diminuzione!).
Ora
apprendiamo che altri volontari colmi di buona fede e speranze in quelle autorità
che da quasi 50 anni non hanno fatto nulla per salvare l’orso, sempre pronti ad
organizzare conferenze, convegni, conteggi, iniziative turistiche, loghi e
slogan “orseschi” – per soddisfare i turisti, ovviamente –, adesioni a PATOM
vari, ecc., si sono incontrati con la nuova dirigenza del Parco (quante nuove
dirigenze, una peggio dell’altra, si sono succedute in questi cinquant’anni,
tutte originatesi da uno stesso passato! Come nelle dittature, quanto si
abbatte un capo per metterne un altro che sia però garante della stessa
dittatura, guardandosi ben dal dare la voce al popolo per creare una vera
democrazia; ne è pieno il mondo, e mai che in quei Paesi si sia risolto
qualcosa: solo alternanze di potere per mantenere il potere). Tornando al Parco
d’Abruzzo, mai una che avesse veramente risolto il problema dell’orso!
E,
difatti, ancora una volta da quell’incontro ne è uscito un comunicato stampa
dal quale si apprende che le proposte avanzate e discusse sono sempre le stesse
che negli ultimi cinquant’anni hanno portato l’orso marsicano alla drammatica
situazione di oggi. Eccole, in sintesi: eliminare le cause della mortalità, ma
proponendo cose che non ne sono le reali
cause! Perché, se oggi il rischio di estinzione è legato alla bassa
presenza di femmine riproduttive, la vera cosa da capire è perché questo numero
di femmine si sia vieppiù ridotto. Ovvio che oggi il rischio di estinzione sia
legato al rischio di mortalità. Ma come mai la popolazione non è aumentata di
numero dagli oltre 100 esemplari del 1970 e si è invece dispersa in mezzo
centro Italia, quando in altri Paesi, forse un po’ più seri del nostro – USA,
Spagna, Norvegia – è successo l’inverso? Questo nessuno lo dice. Eppure è la
vera ragione della diminuzione della popolazione, perché è ovvio che con la dispersione
c’è stata anche una riduzione della natalità, oltre che un aumento della
mortalità a causa della presenza dell’orso in luoghi dove il rapporto con
l’uomo non è lo stesso che esisteva ed esiste nel Parco d’Abruzzo e suoi
circondari.Quando
l’orso marsicano non ci sarà più, siamo certi che tutte queste persone si
assolveranno e faranno di tutto per far dimenticare le sciocchezze proposte e
reiterate che hanno portato l’orso all’estinzione. Solo qualche pastore,
qualche contadino (se ancora ne sarà rimasto qualcuno), qualche ex Guardiaparco,
si chiederà per l’ennesima volta perché non si è provato a fare quello che
altri avevano proposto, come: chiudere al turismo vaste aree del Parco,
seminare campi di granoturco ed altri cereali; incentivare la pastorizia ovina;
controllare cinghiali e cervi; bloccare a tutti i progetti di urbanizzazione
del territorio (strade di ogni tipo, centrali eoliche, impianti fotovoltaici,
rifugi, alberghi, ecc.); tutte cose che non avrebbero prodotto effetti negativi
e che magari si sarebbero rivelate positive ed efficaci? La risposta è
semplice: non si poteva e non si deve correre il rischio che si debba un giorno
dire avevano ragione loro ed avevamo
torto noi! Non bisogna neppure provare, col rischio che quella ragione e quel
torto possano essere effettivamente confermati! Uno smacco inaccettabile, che
sa più di politica che di ambientalismo (ed in effetti, è stata spesso la
politica che ha guidato le nomine dei dirigenti in questi ultimi cinquant’anni,
più che una vera competenza!).E
allora avanti con le stesse idee sbagliate di sempre, scaturite dalle stesse
persone di sempre, avanti verso l’ultimo orso bruno marsicano da sottrarre al
totale dei viventi per giungere al numero zero: se non altro si finirà così di
contarli!
Per queste
persone, i nemici sono sempre i pastori ed i cacciatori. I primi, ora, anziché
apportatori di risorse alimentari, addirittura visti come trasmettitori di
malattie! E poi, la solita caccia: da chiudere in tutte le zone esterne del
Parco (cosa che farebbe automaticamente aumentare il bracconaggio!), da
chiudere per principio visto che MAI nessun orso è stato ucciso dai cacciatori
dopo le cacce reali degli anni venti del secolo scorso. Non è chiudendo la
caccia che si elimina il bracconaggio, perché il bracconaggio è tale proprio
perché è tale e nessuna legge lo ha mai impedito. Solo un buon rapporto sociale
con cacciatori, pastori ed agricoltori può ottenere effetti positivi, non leggi
e provvedimenti vessatori; ma logica e saggezza spesso latitano in certe lucide
menti! Provvedimenti inutili che sono proprio quelli che ha proposto la
“commissione” di ambientalisti che ha recentemente incontrato le autorità del
Parco: l’uso del veleno da evitare (come se fosse possibile!), dovuto alla
rabbia dei pastori male indennizzati (ma questo nel “cordiale e costruttivo”
incontro non si è parlato); la velocità delle auto sulle strade, da ridurre perché
in 50 anni si sono verificati due soli fatti del genere; la chiusura delle
vasche per l’abbeverata (o, meglio, dell’unica esistente nella regione del
Parco), solo perché in cento anni ed oltre è noto un unico caso di morte per
annegamento di un’orsa ed il suo piccolo. E poi, il problema degli “orsi
confidenti”, da risolvere, ma guardandosi bene dall’indagare sul perché questo
fenomeno non esisteva un tempo e si sia presentato solo dopo l’inizio delle
ricerche e dei radiocollari. Ovviamente, silenzio assoluto sulla presenza di
orsi senza una zampa, eppure anche questa un fatto riconducibile all’uomo.
Infine,
la richiesta geniale: arrivare rapidamente alla rimozione delle cause della
mortalità”. Bell’idea! Peccato che le cause reali non siano state per niente
affrontate nel “cordiale e costruttivo” colloquio.
Per
concludere: prepariamoci. Non passerà molto tempo che gli studiosi e gli ambientalisti
proporranno alle autorità l’introduzione di Orsi dalla Slovenia per rinsanguare
la popolazione. Con buona pace degli abruzzesi (si intende la gente, non
l’orso), che ci auguriamo sappiano almeno opporsi a furor di popolo contro una tale
idea.
E
intanto, auguriamoci anche che con la Pasqua gli orsi sentano l’arrivo della
primavera e provvedano da soli là dove l’uomo non ha potere di interferire se
non... (Dio ce ne guardi!) rinsanguando la popolazione.
Franco Zunino
Segretario Generale AIW
Già studioso dell’Orso bruno marsicano (da sempre
interessato alla sua protezione)
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