Invito alla riflessione
Soprattutto in difesa della caccia alla migratoria in Abruzzo!
.Mi ha spinto a scrivere queste poche righe l’incontro di qualche giorno fa con un noto migratorista del mio paese , nostro socio. Un vero appassionato , capace di far atterrare un colombaccio sul trespolo dei piccioni posizionato a un metro da lui, oppure di far impazzire le anitre con le tese che predispone con cura, secondo i venti che spirano. Soprattutto,però ,è un vero specialista della caccia ai tordi . Mi raccontava che qualche tempo addietro , trovandosi ospite in una battuta al cinghiale in compagnia del nostro attuale delegato alle politiche venatorie della provincia di Chieti, alla domanda sul come mai la nostra Regione quest’anno avesse chiuso in forte anticipo la caccia al tordo ed altri migratori, quest’ultimo gli avesse risposto che la motivazione era stata dettata dal fatto che tali specie nella nostra Regione erano e sono in forte diminuzione.
Mi asseriva altresì , ed è vero , che per quanto vi si dedicasse, in entrambi i nostri ATC non era più possibile espletare la caccia al tordo allo spollo , in uscita al mattino dalle macchie , nè al rientro la sera nei boschi e valloni. Tutto questo mentre nel confinante Molise ( basta attraversare il fiume Trigno ) ,dove spesso si recava a caccia ,era tutto un via vai di tordi e colombacci e , questa abbondanza ,l’ imputava , al fatto che tale regione aveva riservata la caccia, adottando vari espedienti , in pratica ,ai soli residenti ed a pochissimi ammessi ,escludendo soprattutto i marchigiani, noti per esercitare la caccia al cosiddetto “Sfratto”.Asseriva ,inoltre , che erano bastati due o tre anni di questa politica per far tornare quei territori più ricettivi di quanto non lo fossero mai stati prima per la sosta e lo stazionamento di tali migratori. Si augurava quindi che anche in Abruzzo accadesse la medesima situazione, lamentando l’attività di molti dirigenti di associazioni venatorie messi a capo degli ATC e di molti politici preposti al settore che invece di programmare una vera gestione del territorio non sanno fare altro che chiudere la caccia con la speranza che così gli uccelli tornino a ripopolare i nostri territori e,con buona pace degli anticaccia nostrani.
Gestire un territorio, a mio avviso, non significa non mandare a caccia chi ne ha diritto né chiudersi a riccio come fa il Molise, basta porre e rispettare delle regole ed intervenire direttamente interagendo col territorio stesso , anche con piccoli interventi mirati, con controlli più incisivi servendosi anche del volontariato associativo che certo costerebbe solo il rimborso della benzina. Nel caso dei tordi basterebbe vietare la caccia “ Allo Sfratto” ed esercitare la caccia per tutto il periodo consentito , senza chiusure assurde. In alternativa si potrebbe riportare a 1:19 in n° dei cacciatori ammissibili invece di conservare l’attuale 1:14 , oltretutto è ciò che la L.157 indica.
Si ripete spesso che la legge è logica , ancor più. la gestione è buon senso unita a programmazione. Il divieto è il frutto di una situazione insostenibile o di una incapacità d’intervento e significa creare dei pericolosi presupposti futuri ad esclusivo vantaggio degli animalisti , falsi ambientalisti e di tutti coloro che non vedono l’ora che la caccia si chiuda per sempre. Il divieto fine a sé stesso è un paletto che favorisce solo il bracconaggio , difficile da rimuovere. Tutta la caccia va gestita ma non va vietata con il pretesto che non vi sono animali da prelevare come si evince dall’asserzione del delegato alla caccia di Chieti. Non è più sopportabile che quello che è vietato in Abruzzo in Molise sia permesso, quello che in Italia è vietato ( come per la beccaccia ) in Europa sia permesso. Non è più sopportabile l’assurda chiusura anticipata di quasi tutte le specie consentite sia stanziali che migratorie , la parcomania ed altro ancora . E’ giunta l’ora che gli ATC , alcune associazioni venatorie e gli enti preposti al settore mantengano le promesse e si adoperino per quanto attiene alle loro responsabilità .La pianificazione territoriale è scaduta da anni. Le aree cinofile , in provincia di Chieti sono fatiscenti , non si capiscono più quali siano i confini. Le zone di ripopolamento e cattura sono diventate deserti ecologici Le oasi proliferano da sole allargando in maniera strana i propri confini. Gli ATC non si rinnovano finchè non si superano certi ostacoli ( anche molto umilianti per qualche seria associazione ), non si discutono i vari regolamenti guida emanati dalla Regione ( come quello per gli ungulati ).
Si programmi almeno fin da ora il prossimo calendario venatorio che sia immune dagli scellerati ricorsi al TAR e pareri vincolanti o meno degli scienziati dell’ISPRA. La caccia piaccia o non piaccia va esercitata nel rispetto delle leggi in vigore ed i cacciatori hanno il diritto di esercitarla per intero nei modi e tempi consentiti.
In molti è bene che si rifletta.Ivano Cirese delegato regionale Enal Caccia-
San Salvo Lì 19 Febbraio 2012
Questo blog e per tutti quelli che vivono pienamente il profondo rapporto con la natura. Faremo di questo spazio un laboratorio d’idee, di scambio di esperienze, parleremo e mostreremo le nostre attività promuovendo il pensiero che andare a pesca e a caccia non significa solo catturare o uccidere le prede, ma che le persone che hanno la vera passione per questi sport lavorano e s’impegnano anche per salvaguardare equilibri e ambienti con cui amano essere a contatto. Angelo Pessolano
lunedì 20 febbraio 2012
riceviamo e pubblichiamo dal delegato regionale EnalCaccia Cirese Ivano
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Ho risposto via mail al mio presidente in maniera abbastanza esaustiva, senza approfondire fino in fondo, altrimenti sarebbe stato troppo lungo.
RispondiEliminaQuì invece, dal mio piccolo, se qualche dirigente di chicchessia associazione viene a leggermi voglio dire loro: RIFLETTETE SUL VOSTRO RUOLO; la vostra azione sarà , da "ieri" in poi, DECISIVA per la sopravvivenza della caccia! Proprio su i temi quì trattati. BISOGNA PASSARE dalle parole e i contrasti e alle lotte all'ultima tessera AI FATTI !! Bisogna fare delle scelte decisive per la pianificazione del territorio e le ATC hanno in qwuesto UN RUOLO DETERMINANTE CHE SPESSO PUO, SE SI VUOLE, SUPPLIRE AD EVENTUALI CARENZE DELLA PROVINCIA...... LO STALLO A CUI STIAMO ASSISTENDO E IL MANCATO RINNOVO DEI CD DELLE ATC NON PUO'CHE FARE SOLO MALE ALLA CACCIA !!
MEDITATE DIRIGENTI TUTTI, MEDITATE! E' SOLO UN INVITO!
SALUTI Michele Di Fabio
Bravo Michele, come al solito sei qui a ricordarci che le associazioni devono essere unite e programmare la caccia in maniera univoca senza l'asasillo del tesseramento io come al solito condivido a pieno quanto esprimi...ma piuttosto che cercare di ritrovare l'unità mancante ancora oggi si dibbatte sui numeri dei tesserati e sulle rispettive ambizioni nei posti da ricoprire un pò ovunque...C.D.G. degli ATC commissioni d'esame commissioni d'esame per le G.G.V.V. ecc.ecc. e di oggi la notizia che gli ambiti si stanno rinnovando pare che la provincia abbia mandato le lettere di convocazione per costituire i nuovi C.D.G. e già si parla di ricorsi al TAR eccetera eccetera... è giusto che ciò accada ma nel frattempo non bisogna perdere di vista il pericolo numero uno per la vita della caccia la lotta per sistemare i calendari venatori e la programmazzione della caccia sul territorio... e nel frattempo i politici zitti zitti montano un'altro carrozzone tecnico l'OFR.... forse bisognerebbe fare qualcosa .......altrimenti sarà L'INIZIO DELLA FINE -
RispondiEliminaPRIMA PARTE....Caro Ivano,tutto giusto e condivisibile quello che dici.
RispondiEliminaPerò molti di noi hanno "riflettuto da un pezzo" e sanno esattamente a chi attribuire certe responsabilità, o meglio, io personalmente PENSO di saperlo...
Sono quarant'anni che vado a caccia e ogni volta che questa attività subisce dei colpi "mortali" assistiamo a un rimballo di responsabilità e scarica barile, mentre molti di noi vengono confusi da tante chiacchiere messe in "onda" ad arte.
La legge parla chiaro e attribuisce la pianificazione del territorio alle province e alle ATC e da quì non si scappa.
Come dicevo in altre occasioni NON SI DEVE trascurare il ruolo di queste ultime( che per certi versi potrebbero supplire, ANCHE, a delle eventuali carenze della provincia....) che si muovessero e o si fossero mosse, nello spirito della legge n.10 /2004 PROBABILMENTE, avremmo ad ora delle piccole oasi di caccia felici dove specialmente la stanziale sarebbe molto abbondante e realizzando quegli istituti che la legge prevede ( MAI REALIZZATI.... SEMPRE PER COLPA DI ALTRI !!), sicuramente avremmo dato modo alla migratoria, attraverso alcuni di quegli istituti, di poter sostare e per alcune specie, riprodursi in zone protette........ QUESTO STATO IPOTETICO DI COSE, SE REALIZZATO POTREBBE ESSERE IL NOSTRO ATTESTATO DA POTER SBATTERE IN FACCIA A QUALSIASI PROTEZIONISTA....... invece di programmare secondo la legge ci siamo limitati al compitino del ripopolamento che da un lato soddisfa certi cacciatori ...... ma dall'altro per mancanza di programmazione impoverisce l'ambiente di ceppi di veri selvatici.... La "fortuna" di chi ci ha amministrato fin ora, è stata ed è, la presenza massiccia sul territorio del cinghiale, che SENZA NESSUNA SPESA, DA PARTE DELL'ORGANO GESTORE, HA AMMORBIDITO MOLTE COSCIENZE, evitando molte critiche .....BASTEREBBE DARE UNO SGUARDO alla Regione Toscana per avere grossi e efficaci esempi di programmazione.(e le ATC sappiamo tutti da chi sono amministrate....)
SECONDA PARTE...E questo e un aspetto in linea di massima e senza entrare nei dettagli altrimenti sarebbe troppo lungo...., per l'aspetto degli ammessi oltre a riportare come tu dici il rapporto cacciatore territorio 1/19 ettari BISOGNEREBBE AD OGNI COSTO FAR IN MODO CHE LA LEGGE VENISSE RISPETTATA E CHE QUINDI LA SORVEGLIANZA VENISSE INTENSIFICATA COME TU giustamente dici MA.....Per FAR RISPETTARE LA LEGGE BASTA CHE CI AMMINISTRA, PER I TEMI CHE RIGUARDANO LA MIGRATORIA E LA PRESENZA DEI COSIDDETTI MARCHIGIANI ......, VOGLIA EFFETTIVAMENTE CHE QUESTA VENGA RISPETTATA.........
RispondiEliminaBASTEREBBE POCO, PERCHE la presenza di questi signori NON è DIFFICILE RILEVARLA E CONTROLLARE CHE TUTTO VENGA SVOLTO SECONDO LA LEGGE: GLI SPARI CONTINUI E RIPETUTI SI " fanno sentire da molto lontano", e spesso il volume di fuoco, "AD ORECCHIO," NON è giustificato dalla presenza dei selvatici cacciabili in loco......(!? ) E basterebbe qualche raro appostamento annuale per dare qualche segnale .......!! PER CONTROLLARE SE TUTTO QUEL CASINO VENGA FATTO CON I MODI I MEZZI E SULLE SPECIE CONSENTITE DALLA LEGGE..., la voce di controlli e di sanzioni..... ( EVENTUALI)si spargerebbe subito..... invitando quelle persone a migliori consigli, in caso di rilevazioni contro legge .......E penso di essermi spiegato ..... (l'importante è volerlo!!)Sono ormai circa quindici anni che non vado per tordi, ma quando praticavo questa caccia mi ricordo un giorno che non lontano da me sentivo delle gragniole ripetute di colpi e io che camminando in una mezzora, avevo sparato solo qualche colpo, mi sentivo uno sfigato!! Spinto dalla curiosità mi avvicinai pensando che qui signori avessero trovato la zona giusta e ......all'arrivo trovai una sensazione di essere in UN DESERTO privo di vita e davanti a me per terra un cardellino con un'ala spezzata che inutilmente cercava di involarsi....... , più avanti di un centinaio di metri un pettirosso morto.... DA ALLORA, quando mi capita in periodo di migratoria, di percorrere certi territori .... in cerca di beccacce, spesso avverto la stessa sensazione .... e subito capisco che di lì sono passati i marchigiani!! .....
Non voglio andare oltre da quanto ho detto,...... ma sono sicuro che: SE CHI, AD OGNI LIVELLO CI AMMINISTRA, volesse effettivamente risolvere certe ...."DISFUNZIONI" .....basterebbe poco a volte solo un minimo di impegno!
cordialmente
Michele Di Fabio