Abruzzo/Cinghiali, la Provincia di Chieti autorizzerà il piano di abbattimento
Avviato l’iter consiliare per definirlo e per renderlo operativo al più presto.
CHIETI. La Provincia di Chieti ha avviato l’iter consiliare per elaborare, definire e autorizzare i piani di abbattimento dei cinghiali.
La decisione è stata presa alla luce dei problemi di ordine pubblico causati di recente dalla presenza di questa specie nel territorio provinciale, finanche lungo la costa. E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro sul tema convocato dal presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, al quale hanno partecipato i funzionari dell’Ente, il presidente della Commissione consiliare Caccia e Pesca, Franco Moroni, e il consigliere delegato alla Caccia, Giovanni Staniscia. Si tratta dell’unica possibilità d’intervento consentita dalla legge alle Province al di fuori dei periodi di caccia e in via d’urgenza, pertanto l’Ente ha deciso di procedere rapidamente in tal senso.
I piani di abbattimento sono mirati al contenimento della fauna selvatica, in particolare della presenza del cinghiale nei nostri territori, tra l’altro, per motivi sanitari, per tutelare il patrimonio zootecnico, storico e artistico e per ragioni di protezione dei fondi coltivati e degli allevamenti, nel rispetto delle disposizioni di legge. Le attività di controllo saranno coordinate da figure denominate “selecontrollori”, personale altamente qualificato e ben individuato, in possesso di regolare licenza di caccia.
«Ci muoveremo d’intesa con il locale ATC – proseguono i Consiglieri Moroni e Staniscia – per rendere efficace e coerente il percorso. Sottoporremo al Consiglio provinciale nei prossimi giorni il “Disciplinare per il contenimento della specie cinghiale”, necessario e propedeutico all’autorizzazione dei piani di abbattimento. Infine – concludono i Consiglieri – alla luce dell'odierno incontro indetto dalla Regione Abruzzo sul tema, la Provincia di Chieti convocherà un tavolo tecnico con Comuni, Prefetto, ASL, Guardia Forestale, ATC e associazioni venatorie per approfondire la questione e per valutare eventuali ulteriori proposte operative».
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