domenica 25 novembre 2012

Camillo D'Amico interviene sulla questione 'pericolosità cinghiali' e i danni che apportano

CHIETI. Nota del Capogruppo del Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Chieti, Camillo D'Amico, sulla pericolosità e i danni provocati dai cinghiali, presenti in maniera sempre crescente sul territorio e che crea problemi a livello regionale. “Nonostante la stagione venatoria sia aperta da tempo e, quella del cinghiale, non si chiude mai durante l’intero anno solare è sempre presente ed attuale l’alto numero presente nel territorio di questo selvatico che genera sempre più danni alle colture agricole e pericolo concreto per le persone. Tutto avviene nel silenzio interessato di chi lucra sul commercio della carne e di chi è al governo di provincia e regione Abruzzo sempre più attento ai consensi elettorali e meno alla sicurezza delle produzioni agricole e quella dei cittadini; eppure c’è scappato un morto l’estate scorsa e gli incidenti a cose e persone sono talmente frequenti quasi ad avere una triste cadenza quotidiana.
Il caso avvenuto a Gissi di un uomo aggredito che ha rischiato di perdere la vita è la conferma che il problema è attualissimo e non può essere sottaciuto ma affrontato con deciso vigore.
Chi governa provincia e regione non può rimanere ancora inerme di fronte al fenomeno,  deve smetterla di essere silente complice di pochi furbi che traggono disonesto profitto dalla commercializzazione della carne di cinghiale e sfugge a qualsiasi controllo sanitario oltre che al fisco.
Il tempo dei pagamenti dei dazi elettorali è scaduto da tempo.
L’assessorato alle politiche venatorie della regione Abruzzo, la provincia di Chieti, gli Ambiti Territoriali di Caccia, le associazioni venatorie, ambientaliste ed agricole debbono mettere insieme il virtuosismo del fare e dell’agire per avviare  azioni di contrasto e contenimento della specie cinghiale in termini solleciti ed immediati. 
Il centro – destra ed i suoi stretti alleati elettorali delle associazioni venatorie, a suo tempo, posero ogni ostacolo all’azione pianificatoria messa in essere dall’allora tenace assessore provinciale di Chieti Antonio Tamburrino. 
Dopo quasi 4 anni dalla loro vittoria ed al concreto rischio di vedere accorpata la provincia di Chieti a Pescara non hanno avuto la capacità di produrre novità sul problema dei cinghiali se non rinvii, chiacchiere futili, inutili concertazioni ma nulla di concreto per contrastarne il numero altamente dannoso e pericoloso.”

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