RITENGO
INTERESSANTE QUANTO DOVEROSO RIPRENDERE UNA NOTA RICEVUTA A FIRMA DEL
PROF. FRANCO NOBILE, ILLUSTRE ONCOLOGO E PRESIDENTE DELLA LEGA TUMORI
(MEDAGLIA D'ORO AL MERITO DELLA SANITA' PUBBLICA) CIRCA IL DOCUMENTO
ISPRA SULLA PROBLEMATICA CLIMA:
Ad una prima sommaria lettura del documento dell’amico Silvano Toso balzano agli occhi alcune considerazioni.
Le conseguenze negative dell’inclemenza climatica rappresentata
soprattutto dalla siccità hanno avuto una distribuzione diversa sul
territorio nazionale. Ad esempio non vale per:
- Zone alpine, prealpine, appenniniche e zone montane e pedemontane in genere, più soggette a precipitazioni.
- Zone rivierasche fluviali, lacustri, palustri e della rete idrica artificiale a loro collegata, comprese le colture irrigue.
- Interventi di gestione faunistica riguardanti il fabbisogno idrico della fauna sia nelle zone protette che negli ATC.
Mancano i riscontri epidemiologici, suffragati dai relativi esami di
laboratorio sull’attuale (supposto) stato di disidratazione della fauna
selvatica, la stessa che peraltro vive in condizioni anche più siccitose
in tutta la fascia nordafricana: dagli ungulati a lepri, fagiani
pernici, quaglie, acquatici alberganti nell’aridissimo Sahel.
Grave
sottovalutazione scientifica, biologicamente arbitraria, delle
potenzialità di resistenza degli organismi animali alla disidratazione
nonché delle loro capacità di adattamento e dei meccanismi evolutivi e
di selezione naturale.
Drammatizzazione (emotiva?) dell’attuale contingenza climatica (“condizioni climatiche estreme”).
Aumento di mortalità della fauna (dove, quando e quanti?).
La superficie naturale interessata dagli incendi è quantitativamente
irrilevante rispetto all’estensione degli habitat boschivi.
Le
misure proposte sono strumentali, irrazionali e ingiustificate. Perché
non allenare i cani? Che bevono a casa loro e devono essere allenati e
addestrati, indipendentemente dal fare carniere?
Perché vietare
dalla caccia di appostamento per evitare massicci prelievi sui luoghi di
abbeverata che sono già vietati per legge!
Caccia alla stanziale:
arbitrario il ricorso a restrizioni del calendario a scopo precauzionale
e non per motivazioni verificate sui diversi ATC. Ridicole e
anacronistiche le limitazioni ai prelievi della fauna acquatica…
solitamente assente dove l’acqua non c’è. Sarebbe come proibire la pesca
nei corsi d’acqua in secca.
Non si tiene conto inoltre:
- dei prelievi dell’agriturismo venatorio, risorsa economica sui terreni marginali
- dei prelievi sulle specie migratorie.
Conclusione: illazioni arbitrarie, teoriche, ai limiti dell’emotività
animalista, non suffragate da riscontri scientifici e soprattutto da
verifiche sul territorio… secondo il consolidato comportamento dei
pareri trasmessi per corrispondenza!
Conclusione finale: E la solita turlupinatura di antica memoria.
Invece di proporre serie anche se costose misure di risanamento
ambientale, compreso il potenziamento idrico preventivo, si può
risolvere tutto, subito e per sempre CHIUDENDO LA CACCIA!
Franco Nobile
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