CALENDARI VENATORI CON LEGGE REGIONALE: UN'OPINIONE CHE FA RIFLETTERE | |
Il
Prof. Claudio Chiola è un eccellente costituzionalista. Professore
emerito di Istituzioni di Diritto Pubblico alla Sapienza, ha dedicato la
sua vita a indagare nei meandri della nostra Costituzione. Sorprende
quindi, piacevolmente, nel leggerlo impegnato a confutare alcune recenti
sentenze della Corte, con le quali, a raffica, sono state contestate le
leggi regionali (Liguria, Abruzzo, Marche) che regolamentavano
l'esercizio della caccia nei rispettivi territori. Il calendario
venatorio regionale, per intendersi. Non si può – sanciva la Corte
Costituzionale, creando non poco scompiglio – emanare il Calendario
Venatorio con legge regionale, visto che la “competenza sulla materia è
esclusiva dello Stato (Art. 117 della Costituzione). Al proposito si
vedano anche gli articoli di Bighunter del 13 febbraio 2012 (Abruzzo), del 27 aprile 2012 (Liguria) e del 14 maggio 2012 (Marche).
Secondo Chiola, invece, che non è giudice costituzionale ma che sugli
aspetti costituzionali relativi alla legislazione venatoria si è a più
riprese impegnato, e con successo, quelle sentenze (in particolare la
n. 20/12) non convincerebbero granchè, se si spinge a scrivere che per raggiungere obiettivi protezionistici, non si teme di affrontare ardui problemi di principio. Ovvero: Per sottoporre a controllo diffuso i provvedimenti regionali in materia di caccia, [la Corte] non
soltanto sostiene l’inadeguatezza del giudizio costituzionale rispetto a
quello comune, ma la pronunzia in esame arriva ad estromettere il
legislatore regionale dal calendario venatorio, imponendone l’adozione
con provvedimento amministrativo.
E insiste: Escludere la legge-provvedimento regionale in materia di
caccia è un’affermazione difficilmente giustificabile in termini
giuridici alla luce della giurisprudenza della stessa Corte che ha
sempre ammesso le leggi-provvedimento (nn. 59/57, 143/89, 62/93, 347/95,
492/95, 185/98, 211/98, 364/99, 429/02, 267/07, 241/08). Profani
come noi, intendono questa sequela di riferimenti a sentenze della
stessa Corte, come una amara conferma dell'aforisma di Petrolini
(“L'Italia è la patria del diritto e...del rovescio”).
E questo nostro dubbio diventa sempre più certezza se lo stesso Chiola accenna in premessa (ripetiamo: “ per raggiungere obiettivi protezionistici”)
a un difetto chiaramente ideologico, richiamando invero un'eccezione
(la sentenza 250/08), che però fu emessa in tutt'altro contesto (caccia
in deroga, ovvero un argomento che non ha niente a che vedere con la
normale attività di caccia, perchè altrimenti non sarebbe considerato
deroga. E questo lo può capire qualsiasi semplice osservatore, anche se
totalmente profano di diritto).
In tema di calendari venatori - afferma il costituzionalista - non si può affermare con disinvoltura che trattandosi di caccia, attraverso la porta dell’ambiente, vanno ricompresi anch’essi nella competenza esclusiva dello Stato, ma è vero il contrario: la caccia rientra tra le materie residuali di cui all’art. 117, 4° c., attribuite alla competenza delle Regioni, anche se subisce il “limite” del “valore” ambiente. Parlare di “limite” equivale, infatti, ad affermare che la competenza spetta, comunque, alle Regioni alle quali la legge statale può imporre dei vincoli.
Perchè il limite “ambiente” non basta per avocare competenze che sia per
disposizione costituzionale sia per legge nazionale spettano alla
regione, a condizione che la stessa regione si muova nell'ambito delle
disposizioni ad esse attribuite per legge nazionale (157/92).
Insomma, non è il caso di riproporre con altre parole quanto l'esimio
giurista ha con dovizia di riferimenti argomentato. La lettura del testo
integrale del suo parere soddisferà anche i lettori più esigente.
Qui basta invece evidenziare che nel caso citato (e negli altri
analoghi) ci potrebbe essere un “vizio di sostanza”, probabilmente
dettato da chi – facendo ricorso, contro le leggi regionali con cui
venivano adottati i calendari venatori - aveva una sua idea precisa,
idea che i giudici costituzionali hanno in qualche modo pensato di
condividere. Ma questa è una nostra semplice opinione. Ci aspettiamo che
qualcuno che la pensa diversamente da noi abbia gli strumenti e la
volontà per convincerci del contrario. Aldilà di ogni ragionevole
dubbio.
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Questo blog e per tutti quelli che vivono pienamente il profondo rapporto con la natura. Faremo di questo spazio un laboratorio d’idee, di scambio di esperienze, parleremo e mostreremo le nostre attività promuovendo il pensiero che andare a pesca e a caccia non significa solo catturare o uccidere le prede, ma che le persone che hanno la vera passione per questi sport lavorano e s’impegnano anche per salvaguardare equilibri e ambienti con cui amano essere a contatto. Angelo Pessolano
giovedì 7 giugno 2012
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