Siamo
in piena primavera e anche se il clima degli ultimi giorni dice il
contrario…le prime timide rondini, i prati fioriti, il grano alto già
mezzo metro confermano che la bella stagione è alle porte.
Per molti di noi cacciatori l’arrivo dell’estate non equivale solo a
ferie, mare e sagre paesane ma è l’avvio di una sorta di countdown che
in qualche modo lenisce la sofferenza creata dall’attesa del grande
giorno. Sebbene, come diceva Oscar Wilde, “l’attesa del piacere diventa
essa stessa un piacere”.
Questa è la caccia che si respira.
Adesso si esce coi cani per l’addestramento o semplicemente si esce per
stare a contatto con la natura; perché noi cacciatori non abbiamo
necessariamente bisogno del fucile per sentirci parte di quel mondo. Noi
non siamo cacciatori solo tre mesi l’anno, noi siamo cacciatori tutto
l’anno per tutta la vita. Siamo cacciatori a tempo indeterminato.
Lo siamo quando si esce per funghi, per asparagi o per erbe selvatiche,
lo siamo quando andiamo a pulire i sentieri, resi indecenti dagli
improvvisati escursionisti domenicali, lo siamo mentre vediamo il nostro
cane lavorare, lo siamo mentre assistiamo al rituale di corteggiamento
dei colombacci, oramai diventati stanziali; vertiginose impennate
seguite da delicate planate. Perché noi, la caccia, ergo la vita
naturale, non solo la viviamo ma la respiriamo nel vero senso della
parola.
L’inconfondibile odore dell’erba bagnata, quello del sottobosco nelle
vicinanze di un torrente, l’aroma che emana un tappeto di aghi di pino;
per noi è sufficiente trovarsi di primo mattino in mezzo ai campi e
riempirci occhi e polmoni di tutta questa meraviglia, per sentirci parte
del racconto che madre natura scrive quotidianamente sulle pagine della
vita.
Respiriamo l’odore dell’olio che di tanto in tanto, durante la pausa,
viene sapientemente “passato” sulle nostre armi, l’odore dei nostri
indumenti, l’odore del cane che rientra bagnato dopo una nuotata nel
fiume... Si, perché la caccia è fatta di odori.
Quando si è immersi nella natura ogni senso viene sollecitato, ma mentre
la vista l’udito e il tatto sono sensi più razionali,l’olfatto ci
richiama alla mente situazioni e ricordi che difficilmente si possono
cancellare.
L’olfatto è il senso romantico.
Quante volte ho invidiato il mio cane! Lui può sentire l’odore della
beccaccia dentro un faggeto o quello della quaglia nell’erba medica, lui
vede col naso. Che cosa prova quando inizia a percepire il selvatico?
Io posso solo comprendere parte delle sue emozioni, lo vedo rallentare,
lo vedo guidare...lo vedo in ferma...lo vedo tremare. Sono questi
momenti fatti di attesa, questi momenti che precedono lo sparo ( che non
sempre avviene, lei, la fata, riesce anche a sparire senza farsi
vedere) questi momenti che rasentano la soglia dell’infinito…ecco è per
questi momenti che amo la caccia.
La stessa cosa potrebbe dirla chi è all’aspetto dei tordi, quando si
sente lo “ zip” ma ancora non si è capito da quale parte spunterà il
selvatico…o quando si sente il suono che provocano le ali del
colombaccio quando tagliano l’aria.
La caccia e la vita all’aria aperta sono la pura esaltazione dei nostri sensi.
Ma ci sono altri sensi, ahimè,che vengono sollecitati quando si avvicina
l’apertura della caccia, e sono il senso di rabbia, di sconforto e,
concedetemelo, di nausea che mi assalgono quando sono costretto a
sentire sempre le solite banalità su di noi.
E mi chiedo perché si continua ad associare la caccia a pratiche che nulla ci hanno a che vedere.
E’ facile accusare, ma le accuse devono essere supportate da prove. Le
indagini di alcuni enti non propriamente favorevoli alla caccia parlano
di specie stanziale e migratorie in ottima salute, nonostante i veleni
che l’agricoltura utilizza e nonostante la cementificazione crudele.
Il cacciatore è colui che spara? No!
Il cacciatore è colui che va a caccia. Per sparare ci sono i poligoni.
Andare a caccia, ma questo i cacciatori già lo sanno, non significa solo sparare.
Un referendum, un’opinione diversa, non possono cancellare il nostro
modo di vivere la natura e questo i signori animal-ambientalisti lo
sanno. Loro si limitano a dire che vogliono abolire la caccia, ma quando
gli chiedi perché, non sanno rispondere…e questo la dice lunga sulla
loro “genuina” nobiltà di pensiero.
Ci sono cose a questo mondo che si possono cambiare, altre invece,
purtroppo o per fortuna dipende dai punti di vista, sono destinate a
rimanere tali. Il rapporto tra l’uomo gli animali e la natura fa parte
di quest’ultima categoria. C’è chi, sognando, pensa di poter stravolgere
equilibri e leggi che regnano sulla terra sin dalla sua creazione.
Sognare è un diritto di tutti e oltre a far star bene non costa nulla;
chi invece deturpa gli altrui sogni trasformandoli in interessi
economici e quant’altro che possa avere fini di lucro, è meglio che si
metta l’anima in pace, perché sa benissimo cosa si rischia a sputare
verso l’alto. Io, finche avrò la capacità di intendere e di volere,
continuerò a vivere la natura nel modo in cui mi è stato insegnato, con
la certezza di non fare torto a nessuno, nemmeno agli animali. Perché
cosi è la vita,cosi è la natura e tutte le meraviglie che le ruotano
intorno.
In bocca al lupo a tutti - Vincenzo Mazzone
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