martedì 22 maggio 2012

pubblichiamo con grande piacere queste note del cacciatore Vincenzo Mazzone leggetelo con attenzione....

LA CACCIA CHE SI RESPIRA


lunedì 21 maggio 2012
Siamo in piena primavera e anche se il clima degli ultimi giorni dice il contrario…le prime timide rondini, i prati fioriti, il grano alto già mezzo metro confermano che la bella stagione è alle porte.

Per molti di noi cacciatori l’arrivo dell’estate non equivale solo a ferie, mare e sagre paesane ma è l’avvio di una sorta di countdown che in qualche modo lenisce la sofferenza creata dall’attesa del grande giorno. Sebbene, come diceva Oscar Wilde, “l’attesa del piacere diventa essa stessa un piacere”.
Questa è la caccia che si respira.
Adesso si esce coi cani per l’addestramento o semplicemente si esce per stare a contatto con la natura; perché noi cacciatori non abbiamo necessariamente bisogno del fucile per sentirci parte di quel mondo. Noi non siamo cacciatori solo tre mesi l’anno, noi siamo cacciatori tutto l’anno per tutta la vita. Siamo cacciatori a tempo indeterminato.
Lo siamo quando si esce per funghi, per asparagi o per erbe selvatiche, lo siamo quando andiamo a pulire i sentieri, resi indecenti dagli improvvisati escursionisti domenicali, lo siamo mentre vediamo il nostro cane lavorare, lo siamo mentre assistiamo al rituale di corteggiamento dei colombacci, oramai diventati stanziali; vertiginose impennate seguite da delicate planate. Perché noi, la caccia, ergo la vita naturale, non solo la viviamo ma la respiriamo nel vero senso della parola.
L’inconfondibile odore dell’erba bagnata, quello del sottobosco nelle vicinanze di un torrente, l’aroma che emana un tappeto di aghi di pino; per noi è sufficiente trovarsi di primo mattino in mezzo ai campi e riempirci occhi e polmoni di tutta questa meraviglia, per sentirci parte del racconto che madre natura scrive quotidianamente sulle pagine della vita.
Respiriamo l’odore dell’olio che di tanto in tanto, durante la pausa, viene sapientemente “passato” sulle nostre armi, l’odore dei nostri indumenti, l’odore del cane che rientra bagnato dopo una nuotata nel fiume... Si, perché la caccia è fatta  di odori.
Quando si è immersi nella natura ogni senso viene sollecitato, ma mentre la vista l’udito e il tatto sono sensi più razionali,l’olfatto ci richiama alla mente situazioni e ricordi che difficilmente si possono cancellare.
L’olfatto è il senso romantico.
Quante volte ho invidiato il mio cane! Lui può sentire l’odore della beccaccia dentro un faggeto o quello della quaglia nell’erba medica, lui vede col naso. Che cosa prova quando inizia a percepire il selvatico? Io posso solo comprendere parte delle sue emozioni, lo vedo rallentare, lo vedo guidare...lo vedo in ferma...lo vedo tremare. Sono questi momenti fatti di attesa, questi momenti che precedono lo sparo ( che non sempre avviene, lei, la fata, riesce anche a sparire senza farsi vedere) questi momenti che rasentano la soglia dell’infinito…ecco è per questi momenti che amo la caccia.
La stessa cosa potrebbe dirla chi è all’aspetto dei tordi, quando si sente lo “ zip” ma ancora non si è capito da quale parte spunterà il selvatico…o quando si sente il suono che provocano le ali del colombaccio quando tagliano l’aria.
La caccia e la vita all’aria aperta  sono la pura esaltazione dei nostri sensi.
Ma ci sono altri sensi, ahimè,che vengono sollecitati quando si avvicina l’apertura della caccia, e sono il senso di rabbia, di sconforto e, concedetemelo, di nausea che mi assalgono quando sono costretto a sentire sempre le solite banalità su di noi.
E mi chiedo perché si continua ad associare la caccia a pratiche che nulla ci hanno a che vedere.
E’ facile accusare, ma le accuse devono essere supportate da prove. Le indagini di alcuni enti non propriamente favorevoli alla caccia parlano di specie stanziale e migratorie in ottima salute,  nonostante i veleni che l’agricoltura utilizza e nonostante la cementificazione crudele.
Il cacciatore è colui che spara? No!
Il cacciatore è colui che va a caccia. Per sparare ci sono i poligoni.
Andare a caccia, ma questo i cacciatori già lo sanno, non significa solo sparare.
Un referendum, un’opinione diversa, non possono cancellare il nostro modo di vivere la natura e questo i signori animal-ambientalisti lo sanno. Loro si limitano a dire che vogliono abolire la caccia, ma quando gli chiedi perché, non sanno rispondere…e questo la dice lunga sulla loro “genuina” nobiltà di pensiero.
Ci sono cose a questo mondo che si possono cambiare, altre invece, purtroppo o per fortuna dipende dai punti di vista, sono destinate a rimanere tali. Il rapporto tra l’uomo gli animali e la natura fa parte di quest’ultima categoria. C’è chi, sognando, pensa di poter stravolgere equilibri e leggi che regnano sulla terra sin dalla sua creazione. Sognare è un diritto di tutti e oltre a far star bene non costa nulla; chi invece deturpa gli altrui sogni trasformandoli in interessi economici e quant’altro che possa avere fini di lucro, è meglio che si metta l’anima in pace, perché sa benissimo cosa si rischia a sputare verso l’alto. Io, finche avrò la capacità di intendere e di volere, continuerò a vivere la natura nel modo in cui mi è stato insegnato, con la certezza di non fare torto a nessuno, nemmeno agli animali. Perché cosi è la vita,cosi è la natura e tutte le meraviglie che le ruotano intorno.
In bocca al lupo a tutti - Vincenzo Mazzone
 

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