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L'ARCI CACCIA INFORMA
CACCIA. ASS. VITTIME: STAGIONE 2011-12, 11 MORTI E 75 FERITI
SARDEGNA IN TESTA CON 3 MORTI E 12 FERITI. NUMERI TOTALI IN CALO.
(DIRE) Roma, 2 feb. - Undici morti e 75 feriti: questo il
bilancio della stagione venatoria 2011-2012, per un totale di 86
persone a vario titolo e con varie conseguenze - tra le quali e'
per fortuna minoritario il decesso - colpite da pallini e
pallettoni. Un dato in diminuzione, quello complessivo, dopo i
100 tra morti e feriti del 2010-2011; i 95 del 2009/2010; i 103
del 2008/2009 e i 109 del 2007/2008. I dati li fornisce
l'Associazione vittime della caccia, nell'ormai consueta
conferenza stampa che per il quinto anno consecutivo si tiene
alla chiusura della stagione venatoria. I numeri emergono da una
ricognizione sulla stampa, soprattutto locale, degli incidenti
venatori, "una panoramica parziale", sottolinea l'associazione al
Senato.
Il maggior numero di morti, 3, si registra in Sardegna, in
testa purtroppo anche per il numero di feriti, 12. "In questa
stagione la Sardegna ha introdotto l'uso della 'canna rigata' per
la caccia al cinghiale (fucili molto piu' efficienti e letali che
usano pallottole, ndr) mentre prima si cacciava 'a palla'-
commenta Daniela Casprini, presidente dell'Associazione vittime
della caccia- e forse i molti morti e feriti sono conseguenza di
inesperienza con questa modalita'".
Nella triste classifica dei decessi da incidenti di caccia
segue un'altra regione a vocazione venatoria, la Toscana, che
nella stagione 2011-2012 ha sofferto 2 morti e 6 feriti.
Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Molise
e Lombardia fanno segnare un morto ognuna, ma quest'ultima
regione e' seconda per feriti alla Sardegna, contandone ben 8.
Sul fronte feriti seguono Emilia Romagna, Toscana e Veneto con 6;
Friuli V.G. Con 5; Calabria, Lazio, e Umbria con 4; Abruzzo,
Piermonte, Puglia e Sicilia con 3; Liguria e Marche con 2;
chiudono Campania, Molise, Trentino e Vento con 1 ferito. Nessuna
regione fa registrare zero feriti e zero morti.
(DIRE) Roma, 2 feb. - "In Umbria e Veneto tra i feriti ci sono
due quattordicenni- segnala Daniela Casprini, presidente
dell'Associazione vittime della caccia- tutti e due a caccia con
il padre. Uno e' stato ferito dal genitore stesso, l'altro da
compagni di battuta". Un elemento, questo, sottolinea Casprini,
"che deve far riflettere sul coinvolgimento dei minori
nell'attivita' venatoria, alla luce anche del fatto che la
157/92, la legge quadro sulla caccia, la consente solo a
maggiorenni con porto d'armi". Pero', prosegue, Maurizio
Giulianelli, vicepresidente dell'associazione, "quando si tratta
di minori, si cerca di ammantare la caccia di una sorta di alone
di 'atavica cultura' che la giustifichi".
E l'eta' e' una determinante sigificativa anche nella
valutazione degli incidenti registrati. Infatti, la fascia d'eta'
nella quale rientrano la maggior parte dei cacciatori coinvolti
come responsabili o vittime di incidenti e' quella dai 61 anni in
poi.
"Non vogliamo fare una speculazione sul dolore- conclude
Giulianelli- ma introdurre un elemento di valutazione della
sicurezza sulla base di elementi problematici", come la
concessione ai cacciatori di poter attraversare liberamente i
fondi, garantita dall'articolo 842 del Codice civile, "unica
limitazione della proprieta' privata permessa in Italia".
Elementi problematici, conclude il vicepresidente
dell'associazione, "come l'essere svegliati all'alba da spari nel
weekend o il non potersi godere il benessere e la quiete in
campagna", dove durante la stagione venatoria si verifica "una
situazione drammatica".
(Ran/Dire)
13:32 02-02-12
CACCIA. VENEZIANO (ARCI): CATANIA VALUTI RISORSE DEL SETTORE
QUELLE VENATORIE, PUR MARGINALI, UTILI PER AFFRONTARE CRISI.
(DIRE) Roma, 2 feb. - Nel settore della caccia "e' tempo che la
gestione sociale si realizzi, che gli ambiti venatori assolvano a
quella funzione 'bene-profit' che la legge affida loro: produrre
benessere faunistico ambientale per le nostre campagne". Lo dice
il presidente nazionale dell'Arci Caccia, Osvaldo Veneziano.
"Auspichiamo che il ministro delle Politiche agricole possa porre
attenzione a questi temi- aggiunge Veneziano- affinche' le
risorse del mondo venatorio, nella loro marginalita', siano
utilizzate per concorrere a risolvere la crisi del Paese".
E allora, "consapevoli della mole di impegni del governo-
conclude il presidente Arci Caccia- pensiamo sarebbe utile che il
ministro Catania possa trovare il tempo di convocare il Comitato
tecnico faunistico venatorio, ove sono presenti tutti i diversi
portatori di interesse, per vedere cosa e' possibile fare, tutti
insieme, per le problematiche dell'attivita' venatoria"
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