Domenica 18 settembre riapre la stagione dell’attività venatoria
“Il cacciatore strumento di tutela e controllo del territorio”
Ciarafoni: “Un nuovo patto con la società, basta conflitti e proposte demagogiche”
“Le incertezze e il conflitto che segnano l'avvio della nuova stagione venatoria impongono la ridefinizione di un nuovo e più solido rapporto tra caccia e società. Lo impone anche la crisi profonda che investe il paese”: questo quanto dichiarato da Marco Ciarafoni, presidente del Consiglio nazionale dell'Arci Caccia, in vista dell’apertura generale dell’attività venatoria prevista per domenica 18 settembre.
“L'Italia di domani ha bisogno di essere costruita dalle forze più ‘sane’ di oggi. I cacciatori possono esserlo - sottolinea Marco Ciarafoni - perché il loro progetto di governo del territorio ai fini ambientali e faunistici si può benissimo inserire nel contesto della valorizzazione della bellezza dei nostri territori: valore e risorsa culturale, storica ed economica e del ‘Made in Italy’ riconosciuta in tutto il mondo”.
“La caccia assume in questa direzione il profilo di bene comune indispensabile per ottenere legittimazione sociale e quel rispetto attualmente non riconosciuto per responsabilità di chi, nel mondo venatorio, ci ha trascinato alla disputa ideologica su aspetti demagogici e logiche di parte utili soltanto al bracconaggio elettorale”.
“Un nuovo patto con la società – conclude Marco Ciarafoni - passa quindi attraverso la consapevolezza del mondo venatorio di giocarsi prima di tutto una partita di identità culturale e, solo successivamente, di rispetto di quelle norme che necessariamente in un paese civile devono essere coordinate e concertate con tutti i portatori di interesse e seguendo le indicazioni dell’autorità scientifica. Le indicazioni della scienza rappresentano infatti l’insostituibile caposaldo per sfuggire al tentativo di innescare il conflitto e per evitare derive privatrizzatrici o abolizioniste”
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