ANIMALISMO
NERO
Un
gruppo neofascista che organizza assalti ai canili e scontri di piazza
in nome degli amici a quattro zampe. Col sostegno dell’ex ministro
Michela Brambilla che si mette alla testa delle sigle storiche
dell’ambientalismo, come Wwf ed Enpa
Odiano
i diversi, gli immigrati, gli omosessuali, ma si ergono a difensori di
cagnolini e scimmiette. La passione per gli animali nel nostro Paese
unisce molte figure nere. Militanti di organizzazioni xenofobe come
Forza nuova, spesso a fianco di Michela Brambilla, ex ministro del
governo Berlusconi, passata dalla difesa a oltranza dell’ex premier a
quella degli amici a quattro zampe.
Il
Green Hill è un allevamento di cani beagle per esperimenti, che si
trova a Montichiari vicino Brescia. Il suo nome ha fatto il giro
d’Italia, una ondata di indignazione ha messo nel mirino il centro: il
29 aprile ben 1.400 persone hanno preso parte alla manifestazione dal
titolo Occupy Green Hill, che si è conclusa con scontri tra
manifestanti e polizia e l’arresto di dodici animalisti che
erano riusciti a entrare nel centro. Michela Brambilla era in prima
fila: si è battuta per la liberazione dei militanti animalisti e ha
fatto visita agli arrestati in carcere. Tra i manifestanti c’erano
anche le bandiere di una strana sigla sconosciuta ai più: si chiama 100
per cento Animalisti. Il loro esordio in piazza risale però al 29
febbraio scorso davanti ai cancelli dell’Harlan di Correzzana, nei
pressi di Monza. Gli Animalisti al 100 per cento si
presentano accompagnati proprio dalla deputata del Pdl per protestare
contro l’uso da parte dell’azienda di 750 macachi per esperimenti
crudeli e disumani. I militanti scavalcano i cancelli ed entrano. Alla
fine del blitz la Harlan si impegnerà a impedire l’arrivo dei macachi
per gli esperimenti. «Il massacro degli animali da sperimentazione e da
vivisezione è una vergogna non più tollerabile», spiega il
leader dell’associazione, Paolo Mocavero. Un anima lista duro e puro che
il 19 aprile ha subito una condanna a 15 giorni di reclusione e 150
euro di multa per aver promosso una manifestazione contro il palio di
Feltre in Veneto. Ma non è rimasto solo: «Desidero esprimere la mia
personale solidarietà e vicinanza a Paolo Mocavero», è stato il
commento dell’ex ministro Brambilla. Ma chi è questo personaggio, che è
solito accompagnare nelle lotte animaliste la deputata berlusconiana
doc? È una storia lunga quella di Paolo Mocavero. La sua associazione è
radicata soprattutto nel Nordest e nella Capitale. “Felpe nere
animaliste”, li definiscono i giornali locali. Sito web accattivante,
con tanto di citazione dell’anarchico Barry Horne sulla home page e un
simbolo con il cane “Muttley” e due spade incrociate, immagine spesso
utilizzata dai gruppi ultras di estrema destra. Nel loro mirino: i palii
di paese, i circhi, i canili, e tutto ciò che può essere considerato
sfruttamento degli animali. Paolo Mocavero, il leader dell’associazione,
è un affermato animatore della movida padovana discotecara,
conosciuto ai più col nome d’arte di Moka dj. Nelle elezioni comunali
del 1999 Paolo Caratossidis, capo locale di Forza nuova, partito
neofascista fondato dell’ex leader di Terza posizione Roberto
Fiore, candida a sindaco proprio Moka dj. Raccoglierà l’1,1 per cento
dei consensi, e nel ballottaggio sposta i suoi voti su Giustina Destro
di Alleanza nazionale. Nel forum del sito centopercentoanimalisti.com,
è lo stesso Mocavero che racconta della sua candidatura con Forza
nuova: «L’ho fatto per fare un favore ad amici. I miei voti servirono
per far vincere Giustina Destro amicissima di Silvio Berlusconi e
Vittoria Michela Brambilla». Sempre nel 1999 Mocavero si candida alle
elezioni europee con la Lega d’azione meridionale, la lista
dell’ex sindaco di Taranto Giancarlo Cito, condannato per associazione
mafiosa nel 1995 e per concussione nel 2008. Risultato elettorale
impalpabile: appena sopra lo zero. Non pago, nel 2003 Mocavero fonda 100
per cento Animalisti, la sua creatura. L’associazione si espande anche a
Roma dove è protagonista di diverse proteste contro il canile della
Muratella nei pressi del quartiere Casalbertone. Forse anche per questo
alle manifestazioni degli animalisti neri spesso arrivano a sostegno i
militanti del Circolo futurista di Casalbertone, vicini ai “fascisti del
terzo millennio” di Casa Pound. E l’11 luglio del 2009, davanti al
canile comunale finisce a mazzate. «Quelli di 100 per cento Animalisti
hanno prima provato a colpirci con le loro bandiere e poi non contenti,
Mocavero e i suoi hanno sfondato i cancelli e hanno provato ad aggredire
i lavoratori, fermati dall’intervento della polizia», racconta Simone
Placido, uno dei dipendenti del canile. Insieme ai “docili” animalisti
di Mocavero in quell’occasione c’erano anche i militanti di Casa Pound.
Le
amicizie della Brambilla, del resto, non fanno più notizia. È il 5
giugno del 2009 quando alla festa dei Carabinieri di Lecco, l’allora
ministro del Turismo, sulle ultime note dell’inno di Mameli si
esibisce in un inequivocabile saluto romano immortalato dai fotografi.
L’Anpi di Lecco deposita una denuncia alla procura della Repubblica
accusando la Brambilla di apologia del fascismo per quel saluto romano
definito dalla diretta interessata «un saluto alla folla». Un gruppo di
ex partigiani manifestò a Calolziocorte, nel Lecchese, davanti
all’azienda della famiglia dell’ex ministro esponendo le
gigantografie del saluto romano della Brambilla pubblicate per la prima
volta dalla Gazzetta di Lecco. Ma la rossa berlusconiana il 24
marzo ha tenuto a battesimo la “Federazione italiana
associazioni diritti animali e ambiente – Nel Cuore”, «un unico grande
soggetto capace di funzionare come aggregatore di istanze fondamentali e
di costituire un potente fronte comune nelle battaglie ambientaliste e
animaliste», si legge nel documento di presentazione. Alla federazione
partecipano anche la Lav (Lega anti vivisezione) e l’Enpa (Ente
nazionale protezione animali). Ha dato disponibilità a collaborare anche
il Wwf, nonostante la strana amicizia tra Brambilla e gli ex
forzanovisti. «Non esiste da parte del Wwf Italia alcun vincolo di
appartenenza o adesione alle iniziative che saranno condotte dalla
Fondazione animalista», ci dice Stefano Leoni,
presidente dell’associazione. «La presenza della presidente dell’Enpa,
già senatrice dei Verdi e del Pd, è per noi una garanzia contro la
deriva di destra». Il riferimento è a Carla Rocchi, che nel 1994 ha
fondato il comitato “E se fossero innocenti?”, che chiedeva la
liberazione di Luigi Ciavardini, Valerio “Giusva” Fioravanti e
Francesca Mambro, secondo loro condannati ingiustamente per la strage
delle stazione di Bologna del 2 agosto del 1980. Vittime di
insabbiamenti secondo i promotori del comitato della Rocchi. Non è
proprio una grande garanzia contro la deriva nera.di Antonio Musella
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