Finalmente l’Estate, dopo
il lungo Inverno, che porta con sé lunghe passeggiate in campagna,
corse a perdifiato nei giardini o nei parchi di città, e …. il quasi
inevitabile incontro-scontro con i famigerati forasacchi, spettro per
padroni e veterinari, fonti di sofferenze per i nostri animali.Questi
piccoli vegetali, di uno-due cm di lunghezza, altro non sono se non lo
“scarto” esterno delle ariste di graminacee selvatiche, progettate dalla
natura per avvolgere e proteggere i semi che nascondono ma che, una
volta assolta la loro funzione, si staccano come petali secchi dal resto
della pianta, per cadere a terra. La loro forma a cuneo, appuntita
anteriormente e più larga posteriormente, quasi fossero delle piccole
lance, unita alla lieve ma ben percepibile peluria che le avvolge, le
rende micidiali nell’affondare nella morbida cute o nelle mucose dei
nostri cani.
Inoltre, la forma lanceolata impedisce loro di tornare indietro
lungo il percorso fistoloso tracciato, portandole a muoversi solo in
avanti, lacerando e infettando i tessuti che attraversano. Per
questo, soprattutto cani dal pelo abbastanza lungo, sono facilmente
soggetti a raccogliere letteralmente da terra questi vegetali che,
rimasti impigliati, anche dopo qualche giorno sono in grado di
raggiungere la pelle e incunearvisi.La sintomatologia che i
nostri ausiliari possono presentare a seguito dell’ingresso del
forasacco, in una parte del corpo, dipende strettamente dalla zona
interessata dalla patologia. Purtroppo, le sedi soggette a questo
problema sono numerose e non tutte facilmente ipotizzabili, ma ve ne
sono indubbiamente di più frequenti e gravi. Facilmente animali
ad orecchie pendule e pelose, come sono i nostri cani da caccia,
raccolgono all’interno della cavità auricolare questi vegetali, che
tendono a spostarsi sempre più in profondità, in direzione del timpano.
Indubbiamente, la sintomatologia evidenziata dal cane è immediatamente
molto peculiare. Esso guaisce, ruota improvvisamente la testa dal lato
di penetrazione del forasacco, scuote rapidamente e con forza i
padiglioni auricolari, tende a grattarsi l’orecchio dolente. Difficilmente
si fa toccare la zona infastidita dal proprietario e, solo di rado,
questa sua imponente reazione lo porta a liberarsi del fastidio;
talvolta, invece, può anche aggravarlo con lacerazione del timpano da
parte del vegetale. Indubbiamente, l’animale va portato il prima
possibile dal veterinario che avrà modo, solo con la strumentazione
adeguata e, talvolta, con un’inevitabile sezione, di estrarre l’arista e
provvedere alle terapie otologiche da perpetrare per alcuni giorni, per
evitare fastidiose otiti batteriche. Attendere giorni prima
dell’intervento del professionista può significare movimento o
macerazione dell’arista, con maggiore esposizione alle infezioni e
difficoltà di estrazione.
Altra
via d’ingresso comune è rappresentata dalle narici, attraverso le quali
il forasacco può penetrare nella cavità nasale, percorrerla per intero
fino ad essere, comunemente, deglutito. Il problema del tragitto in
questa sede, oltre all’indubbio fastidio provocato al cane, è la forte
irritazione della mucosa nasale con rischio di riniti, anche a carattere
purulento. Talvolta il forasacco può addirittura incunearsi
nella mucosa ed essere di difficile rimozione spontanea. Anche in questo
caso la sintomatologia è improvvisa ed evidentemente manifesta: il cane
comincerà a starnutire in maniera parossistica, con fasi di sollievo
intervallate a nuove, insistenti fasi di starnuti. Talvolta si
presenterà anche un lieve scolo nasale emorragico, di solito proprio
dalla narice interessata. E’ d’obbligo interpellare subito il
veterinario che opererà l’estrazione del forasacco sull’animale sedato,
dato che lo starnuto, da solo, ben di rado ne permette l’uscita
spontanea.Anche gli occhi, ed in particolare lo spazio al di
sotto della terza palpebra del cane, all’angolo prossimale al naso,
possono sovente ospitare forasacchi, a volte perfettamente celati al di
sotto della palpebra, ma svelati da una sintomatologia imponente, con
occhio tumefatto, congiuntiva in fiamme e particolarmente rilevata,
difficoltà d’apertura delle palpebre stesse. Generalmente al
veterinario basta un lieve anestetico locale per estrarre il forasacco
dall’occhio di un animale abbastanza tranquillo e delle pomate
antibiotiche e ristrutturanti oftalmiche per ridurre le conseguenze che
una localizzazione del genere può portare: dalla lieve congiuntivite,
alla lesione corneale fino all’ulcera e alla cecità nei casi più gravi e
trascurati dal proprietario. Situazione più drammatica, e non di
rado di difficile soluzione, è invece rappresentata dalla penetrazione
del forasacco in trachea e, quindi, nei bronchi attraverso la bocca
spalancata che molti nostri ausiliari, così partecipi della corsa in
campagna, tengono durante il galoppo. Questo determina
rapidamente una forte tosse che, subdolamente, può anche contenersi per
alcuni giorni, per poi ripresentarsi molto più imponente a seguito del
percorso purulento e fistoloso che il forasacco può scavarsi nel
polmone, dopo aver perforato il bronco, a seguito anche dell’ascesso
provocato e della facile lacerazione dei tessuti circostanti. Data
la gravità della situazione, che può arrivare anche a determinare la
morte del cane per grave shock settico, è assolutamente indispensabile,
in presenza della sintomatologia descritta a seguito di una passeggiata
in campagna, condurre immediatamente il cane dal veterinario che,
esclusivamente mediante endoscopia in anestesia totale, potrà
perlustrare direttamente i bronchi alla ricerca del corpo estraneo e
tentare di estrarlo. Altre sedi preferenziali e fastidiosissime
per l’ingresso dei forasacchi sono i morbidi spazi interdigitali, la
sottile cute delle ascelle e dell’inguine, la mucosa prepuziale e
vaginale e l’area perianale, sotto la coda. Sedi meno preoccupanti
rispetto alla localizzazione polmonare, ma pur sempre rapidamente
dolenti, tumefatte, infiammate e con scolo purulento: sintomi di
un’infezione in atto che solo gli antibiotici non possono risolvere e
che rendono comunque necessario l’intervento del veterinario per
l’esplorazione della parte e il tentativo d’estrazione del corpo
estraneo prima che si approfondisca nei tessuti.
Purtroppo per i proprietari, una volta che il forasacco ha superato
la barriera cutanea o mucosa, poco possono fare per risolvere il
problema se non condurre prontamente dal medico il cane, ma molto è
consigliabile in merito alla prevenzione che contempla, soprattutto,
l’evitare zone di campagna, parchi o giardini in cui, tra Aprile e
Settembre, siano presenti questi vegetali secchi. E’, inoltre,
buona regola controllare le aree cutanee a rischio ogni volta che
rientriamo con il nostro cane dalla passeggiata, soprattutto se il suo
mantello è piuttosto lungo e, anche se auspicabile in Estate, non
tosato. SARA CECCARELLI- |
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