Questo blog e per tutti quelli che vivono pienamente il profondo rapporto con la natura. Faremo di questo spazio un laboratorio d’idee, di scambio di esperienze, parleremo e mostreremo le nostre attività promuovendo il pensiero che andare a pesca e a caccia non significa solo catturare o uccidere le prede, ma che le persone che hanno la vera passione per questi sport lavorano e s’impegnano anche per salvaguardare equilibri e ambienti con cui amano essere a contatto. Angelo Pessolano
martedì 17 aprile 2012
D'Amico: la Provincia vuole fare cassa a spese dei cacciatori Il capogruppo del Pd torna sulla questione delle tasse venatorie pagate in ritardo dai cacciatori....
La Provincia vuole fare cassa anche a discapito
degli onesti e di chi rispetta la legge».
Il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, Camillo D’Amico, torna
sulla questione delle tasse venatorie pagate in ritardo. Ieri la sua
interrogazione è andata in aula. La risposta del delagato alla Caccia,
Giovanni Staniscia, non ha soddisfatto l’interrogante. Proprio D’Amico
spiega: «E’ stupefacente ed improvvisata la risposta data alla mia
interrogazione dal consigliere delegato alla caccia, Giovanni Staniscia,
per conoscere le reali intenzioni dell’amministrazione sulle audizioni
in corso ai tanti cacciatori che, nel 2008, pagarono entro i termini la
quota annuale per l’iscrizione all’Ambito Territoriale di Caccia ma
mancarono di esibire la ricevuta all’atto della riconsegna del
tesserino venatorio».
Nelle scorse settimane la Provincia ha avviato una serie di “audizioni”
dei cacciatori, trattati alla stregua di malfattori, che inoltrarono
ricorso contro le sanzioni elevate anche verso coloro che erano in
regola con i dettami normativi rispetto al pagamento delle tasse
venatorie.
«La saccenza del consigliere Staniscia non ha confini perché si ritiene
unico depositario di verità assolute. - continua il consigliere del Pd,
D’Amico - E’ chiaramente un operazione tesa solo a fare cassa perché,
altrimenti, l’amministrazione avrebbe dato seguito ai miei suggerimenti
contenuti nell’interrogazione ossia: chiedere un esatta interpretazione
formale della legge alla regione, in virtù del fatto che Chieti è
l’unica provincia ad aver applicato la norma in maniera così
restrittiva, e fornirsi del conforto di un parere legale. L’unica
parziale consolazione mia e di quanti stanno in regola è che il
presidente Di Giuseppantonio si è fatto fornire della documentazione in
mio possesso, che avevo a corredo dell’interrogazione, relativa ad un
cacciatore ricorrente e convocato per l’audizione che è assolutamente in
regola con la norma ma a rischio di sanzione. Mi auguro intervenga in
maniera energica e solerte ad evitare l’ennesima figuraccia rimedierebbe
la sua amministrazione».
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