CACCIA. REFERENDUM PIEMONTE, ARCI CACCIA: COTA SENZA MAGGIORANZA
SU YOUTUBE APPELLO CONSIGLIO REGIONALE PER 'RISPARMIARE 25 MLN'.
- "Mi auguro che in questi giorni il
Consiglio regionale trovi una soluzione che in qualche modo mi
consenta di risparmiare questi soldi": cosi' il presidente della
Regione Piemonte, Roberto Cota, in un video appello pubblicato su
YouTube lo scorso 26 febbraio, appello con il quale invita a
trovare una soluzione per evitare il referendum sulla caccia che
dopo 25 anni di battaglie legali il Tar ha deciso si dovra'
tenere (data scelta dalla Regione: il prossimo 3 giugno). "Invito i consiglieri regionali a trovare una soluzione, io
sono disponibile a raccoglierla nei mie poteri di presidente
della Regione", dice Cota. Il fatto e' che "un giudice ha
stabilito una cosa, ti notifica una sentenza e tu non puoi fare
altro che ottemperare", rileva il presidente del Piemonte. E
allora "son molto arrabbiato- aggiunge Cota- perche' il momento
e' molto particolare, la Regione fa fatica a trovare i 25 milioni
di euro per fare il referendum" e quindi "deve togliere risorse a
stanziamenti importanti", come quelli ai piu' deboli, ai
lavoratori, alle imprese, per consentire lo svolgimento della
consultazione. "Siamo molto preoccupati per le dichiarazioni del presidente
Cota che circolano su YouTube- commenta Osvaldo Veneziano,
presidente nazionale Arci Caccia- il presidente della Regione
Piemonte dichiara di essere senza coalizione di governo per fare
una legge e, conseguentemente, i contribuenti della sua regione
dovranno sborsare circa 25 milioni di euro per un referendum
vecchio di 25 anni che, come lui stesso afferma - e noi ne siamo
convinti - puo' essere risolto con una normativa aggiornata" CACCIA. REFERENDUM PIEMONTE, ARCI CACCIA: COTA SENZA MAGGIORANZA -
- Il presidente della Regione Piemonte,
Roberto Cota, pero', nel suo messaggio "omette di dire che i suoi
assessori hanno dimenticato di costituirsi nell'ultimo grado di
giudizio per contrastare la magistratura amministrativa che
doveva pronunciarsi sull'ammissibilita' del referendum- prosegue
Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arci Caccia- eppure ci
risulta che la Regione abbia a libro paga autorevoli avvocati". Ora le "cambiali" del referendum sono in scadenza "e noi non
possiamo che fare nostro l'appello disperato del presidente Cota-
conclude ironico Veneziano- AAA maggioranza cercasi, e se
qualcuno di buon senso in piu' si aggiunge, vista la scarsita' di
politici attenti e rispettosi del bene comune, noi saremo tra
quanti esprimeranno gratitudine".
Ma intanto il referendum sulla caccia in Piemonte ha
'ricompattato' il fronte venatorio, su una richiesta simile, e
cioe' quella di trovare "una soluzione legislativa alle istanze
referendarie". In una lettere inviata ai segretari ed ai
capigruppo dei partiti dell'assemblea regionale del Piemonte,
Anlc, Anuu, Arcicaccia, Cncn, Enalcaccia, Eps, Federcaccia e
Italcaccia spiegano come "in un momento di crisi come quello
attuale, l'indire un referendum, con un costo previsto di oltre
venti milioni d euro, su poche disposizioni di una normativa
antecedente alla legge nazionale del 1992, risulta davvero un
odioso spreco di denaro pubblico impossibile da giustificare agli
occhi dei cittadini". Per le associazioni "il dialogo fra tutte le forze politiche,
nel rispetto delle legittime istanze di tutte le realta'
interessate ad un corretto esercizio dell'attivita' venatoria"
costituisce "uno strumento piu' idoneo a risolvere le necessita'
della Regione Piemonte in materia venatoria, rispetto
all'eventuale risultato di un referendum nato ormai vecchio".
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