Il Presidente nazionale dell’Arci Caccia, Osvaldo Veneziano e il Presidente regionale dell’Arci Caccia della Puglia, Antonio De Bartolomeo, esprimono apprezzamento per la decisione della Giunta Regionale di approvare le norme che disciplinano le deroghe per il prelievo dello storno.
L’Arci Caccia, che aveva sollecitato il provvedimento, si dichiara soddisfatta per la qualità e la tempestività con cui è stato emanato, che si augura concorra a superare le tensioni manifestatesi con gli agricoltori ed a riprendere un percorso di concertazione tra tutte le categorie interessate, condizione indispensabile per avere normative certe e corrispondenti alle indicazioni del mondo scientifico.
I danni prodotti dalla Legge Comunitaria, così come voluta dal Governo e sostenuta da parti importanti del mondo venatorio, sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, ancora, ci si ostina nel fare propaganda e false promesse. Per difendere la caccia, è urgente ricostruire un forte rapporto con la società altrimenti non serve a molto “pentirsi” e fare pubblicità a difesa dei limiti della legge 157/92 - come fanno massicciamente le altre Associazioni venatorie - dopo i “peggioramenti” di legge sui tempi di caccia per l’avifauna e in particolare per quella migratoria che, anche loro, hanno voluto.
Apprezziamo le disposizioni sulle “deroghe” dell’Assessore Stefàno anche perché, ci auguriamo, contribuiranno a “smascherare” la cultura anticaccia del Governo che aveva “l’obbligo di legge” di emanare le linee guida per le Regioni per dare a queste certezza nel legiferare per le deroghe, nonché le necessarie condizioni che evitino legislazioni regionali diversificate, ricorsi strumentali ai TAR e rischi di “sanzioni comunitarie”.
Ma il Governo non vede, non sente…Annuncia!!! E intanto aspettiamo il reinserimento dello storno nell’elenco delle specie cacciabili. Il Ministro Romano non si occupi solo delle “quote latte padane”, si ricordi che ci sono tanti cittadini del sud e tanti agricoltori.
L’Arci Caccia, che aveva sollecitato il provvedimento, si dichiara soddisfatta per la qualità e la tempestività con cui è stato emanato, che si augura concorra a superare le tensioni manifestatesi con gli agricoltori ed a riprendere un percorso di concertazione tra tutte le categorie interessate, condizione indispensabile per avere normative certe e corrispondenti alle indicazioni del mondo scientifico.
I danni prodotti dalla Legge Comunitaria, così come voluta dal Governo e sostenuta da parti importanti del mondo venatorio, sono sotto gli occhi di tutti. Purtroppo, ancora, ci si ostina nel fare propaganda e false promesse. Per difendere la caccia, è urgente ricostruire un forte rapporto con la società altrimenti non serve a molto “pentirsi” e fare pubblicità a difesa dei limiti della legge 157/92 - come fanno massicciamente le altre Associazioni venatorie - dopo i “peggioramenti” di legge sui tempi di caccia per l’avifauna e in particolare per quella migratoria che, anche loro, hanno voluto.
Apprezziamo le disposizioni sulle “deroghe” dell’Assessore Stefàno anche perché, ci auguriamo, contribuiranno a “smascherare” la cultura anticaccia del Governo che aveva “l’obbligo di legge” di emanare le linee guida per le Regioni per dare a queste certezza nel legiferare per le deroghe, nonché le necessarie condizioni che evitino legislazioni regionali diversificate, ricorsi strumentali ai TAR e rischi di “sanzioni comunitarie”.
Ma il Governo non vede, non sente…Annuncia!!! E intanto aspettiamo il reinserimento dello storno nell’elenco delle specie cacciabili. Il Ministro Romano non si occupi solo delle “quote latte padane”, si ricordi che ci sono tanti cittadini del sud e tanti agricoltori.
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