lunedì 20 giugno 2011

Comunicato Stampa
Arcicaccia, dalla parte della caccia gratificante e in sintonia con gli italiani
Un film già visto. Le ragioni di una strumentale propaganda associativa fomentano, come spesso avviene da molto tempo nel mondo venatorio, grossolane falsità, una volgare disinformazione e una lunga tradizione di fallimenti.
L’Arcicaccia, dalla Sicilia alle Alpi, si batte da sempre, per rafforzare il ruolo e l’impegno dei cacciatori nella collettività, per promuovere una caccia gratificante e per dare certezza di diritto allo svolgimento dell’attività venatoria dal chiaro profilo sociale e popolare nel rispetto delle regole nazionali e comunitarie e in alternativa alle crociate abolizioniste del movimento animalista e ad una ipotesi di caccia a pagamento e speculativa tanto cara ai mercenari e ai mercanti della fauna selvatica.
Con questo preciso intendimento ha chiesto  e poi partecipato, con i suoi massimi dirigenti, ai lavori del Tavolo di concertazione promosso dalla Conferenza delle Regioni – ai quali altri hanno plaudito e poi si sono aggregati - al fine di sostenere la necessità di una intesa che, a partire dalla definizione di una calendario omogeneo valido per tutte le regioni, consentisse di superare la fase del conflitto e degli interventi della magistratura che hanno fin qui penalizzato gli stessi cacciatori. Conflitto che nel corso degli anni si è incrementa per colpevole volontà di quelle associazioni venatorie  che, insieme alla disonestà giuridica ed intellettuale degli apparati di alcune regioni poi sconfessati dalle sentenze europee e costituzionali,  hanno demagogicamente promesso la spallata contro la legge 157  ottenendo quale risultato l’approvazione della legge comunitaria, figlia dell’accordo internazione tra Lipu/Birdlife e Face, che di fatto modifica in senso limitativo tempi e specie di caccia nel nostro Paese.
Sono loro che dovrebbe vergognarsi e ammettere, in realtà, incompetenza e irresponsabilità. Di contro si preferiscono alimentare polemiche e attacchi personali che l’Arcicaccia respinge in forza del suo operato trasparente e autonomo che al Tavolo e dovunque (e sempre)  è stato manifestamente espresso  da chiunque l’ha rappresentata per delega piena dell’associazione in tutte le sue articolazioni regionali.
Semmai resta da chiedersi perché una morale così evidentemente pelosa venga espressa da chi furbescamente indossa tutte le giacche della politica e delle rappresentanze a cominciare da quando, a secondo delle convenienze, ci si presenta con la propria sigla associativa o sul territorio con quella del partito di riferimento od anche con quella “unitaria” della Face.
L’Arcicaccia ha rappresentato al Tavolo una posizione in sintonia con l’indagine promossa e tanto sbandierata da Face Italia che intende rafforzare l’idea di una caccia normata, sostenibile e in stretta sintonia con le leggi nazionali ed europee e semmai ha contrastato che all’attività venatoria, per spazi, per tempi e per specie, venisse messa quella museruola che la stessa indagine richiama quale approdo condiviso dalla pubblica opinione. Altri preferiscono richiamare quell’importante documento solo con pubblicità a pagamento ed oscurarlo dove non conviene perchè  c’è da fare il tesseramento all’insegna di un discount di quart’ordine.
Sui calendari venatori sarà il tempo e le scelte degli amministratori regionali a dirci come andrà a finire e purtroppo temiamo che ancora una volta saranno i tribunali a riscriverli tracciando la linea rossa su cotanto  populismo.
La battaglia dell’Arcicaccia continua per dare forza e futuro alla caccia e per fermare la mano di faccendieri e magnaccia del “pronta caccia” che continuano a fregare i cacciatori italiani con i sacchi e le camionate di polli colorati.

6 commenti:

  1. Mi piace il....GRAN FINALE DELL'ARTICOLO, finale CHE CONDIVIDO SENZA RISERVE E DUBBI.....OCCORREREBBE PERO' CHE QUANDO SI AMMINISTRANO LE ATC I "FATTI FACESSERO DA PADOPNE" e non gli slogan, e che chi è stato protagonista(amministratore) avesse puntato sul territorio istituendo gli istituti previsti dalla legge: ZRV e ZRC eccetera ...per ripopolare NATURALMENTE IL TERRITORIO.....è così che è stato??!!!!
    cordiali saluti

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  2. BEN RISENTITO, caro michele quello che scriviamo pensiamo, sulla gestione degli ambiti, spesso bisogna stendere un velo....perlomeno per la gestione delle ZRV che mi risultano non funzionanti per una cattiva gestione non parliamo poi delle ZRC in mano alla Provincia quete ultime son ormai abbandonate da diversi anni... ma li gli ATC nulla possono perchè la gestione è in mano alla Provincia.... di nuovo c'è che gli ambiti hanno chiesto che la gestione delle ZRC passsassero in mano a loro come i recinti di ambientamento, ma per gestire ci vule la buona volontà di tutti e non solo di alcuni... vedremo il prossimo comitato che farà.... Saluti Angelo-

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  3. Diploomato alle scuole tecniche mi risulta difficile capire certi "SALTI FILOSOFICI" e sono ....sconcerto!
    Si parla della gestione ATC come di qualcosa che ha riguardato solo gli altri, mentre nell'ultima gestione, come in altre parti tu stesso dici hai avuto : un vice presidente e 3 consiglieri nell'esecutivo!.....Parli delle ZRV e come al solito dici che sono mal funzionanti, come al solito attribuisci ad altri il mal funzionamento o la mancata reaalizzazione.....pur avendo fatto parte diel consiglio di amministrazione.... e non potendo negare questo attribuisci al bracconaggio la mancata funzionalità e realizzazione....considerando la applicabilità della legge regionale 2004 un OPTIONAL...!!
    IO VERAMENTE SPERO CHE CHIUNQUE VADA AMMINISTRARE METTA IN PRIMO PIANO LA REALIZZAZIONE DELLA LEGGE! con i limiti che essa possa presentare per quanto riguarda gli istituti in essa contenuti ....ma CHE ALLA FINE,quel qualcuno, POSSA DIRE AL DI FUORI DEI RISULTATI: HO APPLICATO LA LEGGE NEI SUOI ISTITUTI !!!Cordiali saluti.

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  4. nel commento precedente ho dimenticato di firmare lo stesso
    saluti Michele di fabio

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  5. CARO MICHELE, continuo col ribardirti che per un buon funzionamento degli istituti di cui stiamo parlando alla base ci deve essere il controllo del terriotorio e il controllo del bracconaggio su di esso a seguire gli investimenti sulle culture a perdere atte a preparare il territorio che dovrà accogliere gli animali e dimenticavo...l'individuazione del sito giusto per la specie da immettere e poi la collaborazione dei caccioatori residenti sul posto che in prima persona devono credere in quella ZRV e non solo vederla come un polmone personale su cui addestrare o bracconare... questo e quello che è successo sino ad oggi nei luoghi dove si è provato a fare questa esperienza... ma ciò non toglie che noi siamo in prima linea per continuare a realizzare queste esperienze le uniche come tu ben dici che possono dare risultati.. Saluti Angelo Pessolano

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  6. Probabilmente hai una preparazione da "POLITICO" e questo ti permette di "saltare" da un concetto al concetto opposto....L!ultima tua frase conferma il mio pensiero.... ma quello che continui a dire prima di questa ....fa parte di quel "politichese" accennato prima,.... e continuo a ribadire: NON SI POSSONO NON APRIRE LE BANCHE PERCHE'IN GIRO CI SONO I RAPINATORI!!!...e chi meglio dei cacciatori residenti possono scegliere il territorio e ...curarlo e migliorarlo !! per quale motivo non credere in questo ?? E invece di fare proclami tutte le associazioni PROVVEDANO ad una campagna di EDUCAZIONE NELLE SEZIONI (Art.29 LR 2004)E...POI SE NON CON LA LEGGE E I SUOI ISTITUTI COME PENSI IN ALTERNATIVA DI AMMINISTRARE UN ATC?? NON FACENDO NIENTE!! ...e facendo così accadere quello che tu stesso dici ad effetto :"FERMARE LA MANO A FACCENDIERI E MAGNACCIA DELLA PRONTA CACCIA..." come li vuoi fermare??!! solo con le frasi ad effetto e ....facendoli, forse, vergognare ...??!!
    Spero di riuscire ad astenermi in futuro a tornare su questi argomenti...forse un metodo più efficace sarà quello di interpellare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, i presidenti futuri delle ATC e "costringerli" a giustificarsi perl'eventuale, mancata applicazione della LR 2004 nelle sezioni difronte ai cacciatori.
    Ti saluto Michele

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