venerdì 27 giugno 2025

Proposte di legge


GLI ASPETTI FONDAMENTALI DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI MODIFICA DELLA 157/92

Caccia in Fiera Tempo di lettura stimato: 2 minuti

Condividi

Tweet



La proposta presentata al Senato Malan, Gasparri, Romeo e Salvitti è articolata in 18 articoli, che non stravolgono ma renderebbero la norma più rispondente alle attuali necessità di gestione. Ma subito i soliti bastian contrari contrattaccano con una proposta di legge d’iniziativa popolare.

Andiamo per ordine ed iniziamo a ciò che sta proponendo la maggioranza.


Con la proposta dei partiti di maggioranza si di fatto intervenire sulla attuale 157/92 su una serie di tematiche correttive rispetto agli attuali tempi.


Iniziamo dai calendari venatori, che oggi sono vessati da numerosi passaggi procedurali che li sottopongono a pareri anche incrociati. Anche se il calendario venatorio si discosta dal parere ISPRA, per le Regioni è sufficiente citare in appoggio fonti d’informazione scientifica indicate dalla Commissione Europea.


Non esistono più le forme di caccia esclusive (per esempio quelle che erano da appostamento fisso o per la Zona Alpi).


I cacciatori con licenza di caccia rilasciata da altri paesi europei potranno cacciare regolarmente in Italia.


Le prove cinofile con abbattimento non sono considerate attività venatoria.


Non esiste più l’obbligo di ottenimento del parere favorevole di ISPRA per estendere la caccia in febbraio né per modificare l’elenco delle specie cacciabili.


Gli appostamenti pe la caccia al colombaccio, alla migratoria senza richiami vivi, agli ungulati e quelli nelle aziende faunistiche venatorie non saranno più considerati fissi.


Viene limitata la compravendita di uccelli di cattura da utilizzare come richiami vivi. Ulteriormente non esistono più limiti di utilizzo di richiami vivi nati e allevati in cattività. Le specie impiegabili come richiami vivi rimangono le stesse (merlo, tordo bottaccio, tordo sassello, pavoncella, colombaccio cesena ed allodola).


Per la caccia agli ungulati in selezione è possibile l’utilizzo dei visori termici digitali.


La caccia in braccata al cinghiale potrà essere effettuata anche in presenza di neve.


I conduttori dei fondi potranno trattenere le carcasse dei capi abbattuti in contenimento a compensazione dei danni subiti, purché le analisi di rito igienico sanitario diano esito negativo.


Le aziende faunistico venatorie, attualmente istituti non a fii di lucro diventeranno a fini di lucro e avranno procedure agevolate se desiderano convertirsi in agrituristico venatorie.


Gli ATC potranno riconoscere incentivi a conduttori di fondi agricoli per migliorare gli habitat volti a migliorare la presenza di piccola selvaggina. Gli stessi ATC non potranno avere più di 20 consiglieri al quale può aggiungersi un delegato Enci nominato dal Ministero dell’Agricoltura. La dimensione degli ATC potrà raggiungere quella provinciale.


Non esisterà più il divieto di caccia a ridosso dei valichi montani. Se nei valichi montani sussiste un significativo dislivello tra il punto di valico, ad almeno 1.000 metri di quota, e i due contrafforti vicini tale da creare un apprezzabile restringimento su un passaggio obbligato, saranno create zone di protezione speciale individuate dal Ministero dell’Agricoltura.


 


La proposta di legge per l’abolizione della caccia


Dopo la lunga fine di insuccessi nelle raccolte firme referendarie, coloro che vogliono l’abolizione della caccia ci riprovano in altro modo, ossia con una proposta di legge di iniziativa popolare. I punti fermi di questa sono il rafforzamento della tutale di lupi ed orsi, l’aumento delle are destinate a parco e quindi inibite alla caccia e il divieto di ingresso dei cacciatori nelle proprietà private.


La proposta di legge è stata depositata in Corte di Cassazione, e dovranno raccogliere 50.000 firme in 6 mesi anche sulla piattaforma ufficiale online dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Risultato facilmente raggiungibile. Questa proposta di legge di iniziativa popolare vuole fortemente contrastare la discussione della precedente legge. I promotori sono Animalisti Italiani, ENPA, LAC, LAV, LNDC Animal Protection e OIPA

venerdì 23 maggio 2025

Riforma della legge quadro 157/92

 

Riforma della 157/92: tanta confusione ed idee poco chiare

Ormai da due settimane l’argomento del giorno è sempre lo stesso: il progetto di modifica della ln157/92. Annunciata dal Ministro dell’Agricoltura in una fiera di settore, ancora non se ne conoscono i contenuti nel dettaglio. Ci sono solo rumors e indiscrezioni che continuano ad apparire sui giornali, assieme ai commenti dei tifosi delle squadre “procaccia” o “anti caccia”. Noi di Arci Caccia attendiamo che sia un testo reale su cui confrontarsi prima di esprimerci. La nostra trentennale difesa della 157/92 ci pone al di sopra di ogni sospetto. In attesa di conoscere il contenuto della proposta di riforma di una legge che ha bisogno, certamente, di un aggiornamento che la adegui ai tempi, ma non di essere stravolta nei principi e nelle finalità, siamo costretti a assistere ad un teatrino di pro e contro che spesso sconfinano nell’assurdo. La nostra posizione è sempre stata quella della necessità di una riforma organica, che passi per prima cosa da una relazione sullo stato di attuazione della legge, evitando modifiche spot a spizzichi e bocconi che in questi anni hanno portato più problemi che soluzioni. Abbiamo letto i commenti a favore e contro di esponenti della maggioranza, quello del PD che contesta il metodo di riforma ma non il merito in attesa di leggere il testo. Siamo rimasti perplessi da quello uscito ieri a firma dell’On. Zanella, che, da una parte richiama ad una condivisibile difesa della 157/92, per poi proporre l’abolizione dell’art. 842 del codice civile in accordo con gli agricoltori. All’onorevole Zanella vogliamo dire che l’art.842 è quello che ha permesso in Italia il mantenimento di un’attività venatoria pubblica e popolare. Questa impostazione della caccia non è una parte della legge 157, ne è il cardine fondamentale. Senza la caccia pubblica questa legge non può esistere. Suggeriamo, quindi, se lo scopo è davvero quello di difendere la ln 157/92, di far documentare molto meglio i propri consulenti prima di prendere certe posizioni.