Pointer: carattere, professionalità e resistenza in un fermatore d’eccellenza
Pointer: Tra le razze di cani da caccia più diffuse ed amate dai cacciatori c’è sicuramente il Pointer.
Cane
da ferma per eccellenza, il Pointer è diffuso in tutto il mondo ed
allevato con alcune particolarità quasi distintive in Gran Bretagna,
Scozia, America, nonché in Italia, Francia, Danimarca e Norvegia. Il
Pointer, anche come carattere, ormai più che un cane è un mito. Si
tratta infatti di un cane dal carattere molto difficile da definire
tanto che qualcuno, affezionato agli autori dei classici inglesi, lo
definisce una macchina da caccia da trattare esclusivamente come tale
pertanto bisognoso di un canile confortevole, cibo appropriato ed uscite
venatorie frequenti e consistenti. Chi ha avuto un Pointer però
sostiene che nonostante il carattere fiero, allo stesso tempo è un cane
capace di legarsi in maniera dolce al padrone. Preso per il verso giusto
il Pointer può essere remissivo e poco interessato alla vicinanza
dell’uomo; la fierezza di cui è dotato gli permette soffrire meno la
distanza dal cacciatore e l’eventuale segregazione in canile.
Buona anche la risposta al dressaggio poiché bastano
pochissime correzioni per ottenere dal Pointer i risultati voluti.
Addestrare il Pointer significa tener conto delle specifiche prerogative
di razza. Il dressaggio deve avere come presupposto il fatto che si ha a
disposizione una macchina perfetta, capace quindi di svolgere ogni
mansione necessaria alla caccia, ma che proprio per questa sua
perfezione presenta delle necessità maggiori rispetto a quelle delle
altre razze poiché maggiori sono le qualità del Pointer.
Un
errore comune nell’addestrare il Pointer è quello di non condurlo in
campagna prima che abbia compiuto un anno di età o anche oltre; ciò
comporta, oltre alla mancata sollecitazione di certe reazioni al momento
giusto (la ferma ad esempio!), l’accumulo nel cane di un’avidità
repressa che lo renderebbe poco controllabile durante l’addestramento
poiché intento a sfogare tutto il potenziale accumulato e fino a quel
momento represso. Chi vuole addestrare un Pointer deve perciò iniziare
con esperienze concrete sul selvatico ed in campagna ancor prima che
questo abbia compiuto i sei mesi. Molto importante durante il
dressaggio, per le necessarie correzioni, è l’utilizzo di mezzi e metodi
commisurati alla sensibilità in genere molto elevata di questo cane;
interventi troppo forti potrebbero essere addirittura non compresi dal
cane o deprimerne eccessivamente l’azione ed il rendimento poiché ne
frenerebbero l’entusiasmo trasformandolo in succube invece che
collaboratore.
Altro errore comune nel lavoro con
il Pointer è pretendere che svolga la sua azione a poca distanza dal
cacciatore; il Pointer ha bisogno di spazio, di iniziativa, anche quando
opera in ambienti difficili come ad esempio quello della beccaccia. Se
si vuole il meglio non bisogna tarpargli le ali dandogli il modo di
applicare al suo lavoro tutta la passione, l’olfatto, l’intelligenza di
cui è dotato.
Il Pointer è il cane ideale per il vero sportivo, per il cacciatore che non considera il valore del carniere dal peso o dalle teste ma dal modo con il quale i selvatici che lo compongono sono stati acquisiti dal cane che l’accompagna.
Il padre del Pointer, l’inglese
William Arkwright, autore di un incomparabile testo su questa splendida
razza, affermava “noi andiamo a caccia con i nostri cani per divertirci;
la loro bella cerca con la testa alta e la coda vivace disperderà come
per incanto la nostra fatica su più di un angolo del terreno...”
pertanto “le attitudini così varie ed istantanee di un cane veloce
compensano ampiamente qualche dimenticanza casuale ed inevitabile; esse
procurano al vero e ardente cacciatore uno spettacolo magnifico, quale
non sarebbe offerto mai dalla vista di cento ferme prese da un animale
che trotterella in modo ordinario”.
Tra i difetti
funzionali del Pointer primo fra tutti c’è proprio il carattere in
quanto è piuttosto frequente, non più delle altre razze, trovare
esemplari ipersensibili, difficili da dressare o addirittura timidi,
paurosi dello sparo, del selvatico e delle persone. Altro difetto
talvolta riscontrabile nel Pointer è il discernimento, cioè la capacità
del cane da ferma di distinguere le emanazioni derivanti dal selvatico
effettivamente presente da quelle che invece originano da tracce, piume o
spolverelli; questo perché il suo olfatto finissimo comanda le sue
facoltà intellettive talvolta con eccessivo rigore pertanto può capitare
che il Pointer si arresti a vuoto insistendo in inutili segnalazioni.
Inoltre
ci si potrebbe ritrovare un cane dal carattere eccessivamente indomito
che lo renderebbe eccessivamente indipendente dal padrone; in caso di
certe caccie specifiche, come ad esempio quella alla beccaccia o alla
coturnice, risulterebbe problematico dover affrontare colline di stoppie
o versanti montani richiamando a squarciagola. Potrebbe capitare di
trovare oggi dei Pointer carenti dal punto di vista dello stile ma
quello che invece è davvero raro è un Pointer che non fermi, che abbia
poco naso o scarsa passione. Nel riporto il Pointer può essere talvolta
restio ad eseguirlo dagli sporchi spinosi, ma può essere iniziato a
questa prestazione purché in età giusta ed in maniera conveniente. Se ci
apprestiamo a scegliere un cucciolo di Pointer da avviare
all’addestramento da caccia sarebbe bene dare preferenza a quelli che
non presentino caratteri eccessivi pur se già tipicizzati, ad esempio
stop evidente, occhio ben piazzato, orecchio sobrio, labbro rotondo non
eccessivamente pendulo, ecc; il rischio è quello di ritrovarsi un
esemplare adulto grossolano ed invece di un Pointer ci ritroveremmo un
boxer dalla coda lunga. Come per altre razze è bene che il cucciolo sia
particolarmente vivace e dia l’impressione di utilizzare già bene il
naso rispondendo sensibilmente agli stimoli olfattivi. Da non
sottovalutare l’ossatura del cucciolo che dovrebbe essere robusta,
dritta e sobria non troppo esile né troppo eccessiva; uno scheletro
adatto può favorire molto il lavoro del cane nella giornata di caccia.
Altro
aspetto da tenere in considerazione è la coda del Pointer; si dice che
“il Pointer lo è dalla testa, ma chi lo conosce davvero gli guarda prima
la coda”. In effetti una coda distinta, che si assottigli gradatamente e
sia ben portata, costituisce un segno distintivo pressoché infallibile
di una selezione seria e competente. Qualora si scelga un esemplare già
grandicello di Pointer, bisogna dare la precedenza al carattere proprio
perché nel cucciolone, al contrario di quanto accade per il cucciolo, il
carattere è già ben evidente; il cucciolone Pointer deve camminare
spavaldamente al guinzaglio, tirando se possibile, non avere alcun
timore delle persone che gli si avvicinano, né dei rumori improvvisi
(battito di mani), sentiti i quali deve al massimo sussultare
tranquillizzandosi appena accertatosi di cosa si tratta senza mai
mostrare il benché minimo segno di autentica paura.
Sarebbe
bene tenere conto anche dello sterno, controllando che sia armonico,
del garrese bene elevato, delle scapole con le punte ravvicinate; tutti
elementi estetici ma di rilevanza diretta sulla meccanica dell’animale.
Allo stesso modo il posteriore, le cui angolazioni devono essere
piuttosto aperte ma non troppo, ed il metatarso che deve essere ben
perpendicolare al terreno senza sporgersi né in avanti né indietro. Una
inclinazione in avanti indica infatti un eccesso di apertura e, di
conseguenza, rilassatezza dei tendini, mentre una posizione inclinata
all’indietro indica una minore possibilità di apertura durante la spinta
per il galoppo e quindi minore efficienza meccanica.
Ai
fini della efficienza molto importante anche la spalla che nel Pointer
deve essere lunga, inclinata tra 45° e 55° rispetto alla linea
orizzontale, ben dotata di muscoli lunghi e ben disposti; una spalla
corta ridurrebbe l’ampiezza della sgambata e quindi l’efficienza del
galoppo, mentre una spalla dritta pur consentendo una maggiore velocità
affaticherebbe maggiormente l’animale.
Il Pointer è una delle poche razze di cani capace di dare il massimo rendimento non solo nei terreni ampi delle stame in collina o sulle pendici montane a coturnici ma anche in zone più difficoltose, come nel bosco a beccacce o in palude a beccaccini (meglio ancora in marcia o in risaia), spesso incurante delle condizioni meteo.
Il Pointer è una delle poche razze di cani capace di dare il massimo rendimento non solo nei terreni ampi delle stame in collina o sulle pendici montane a coturnici ma anche in zone più difficoltose, come nel bosco a beccacce o in palude a beccaccini (meglio ancora in marcia o in risaia), spesso incurante delle condizioni meteo.
Nessun commento:
Posta un commento