martedì 19 febbraio 2013

A TRENTA GIORNI DALLA LETTERA DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE , INVIATA ALLA DIRIGENZA PROVINCIALE DEL SETTORE CACCIA E PESCA DI CHIETI E PER CONOSCENZA A POLIZIA PROVINCIALE E FORESTALE DELLO STATO SEMPRE DI CHIETI non avendo ricevuto alcuna risposta.... RENDIAMO PUBBLICA LA NOSTRA RICHIESTA DI INTERVENTO IN MERITO ALL'AREA CINOFILA TEMPORANEA ISTITUITA DALL'ATC CHIETINO LANCIANESE....



OGGETTO: ISTITUZIONE  AREA CINOFILA TEMPORANEA DELL’ATC CHIETINO LANCIANESE-                                                                                                        
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In qualità di Presidente provinciale Aricaccia, esprimiamo profondo dissenso in merito alla relazione tecnica e al regolamento prodotto dall’ATC Chietino Lancianese per autorizzare l’area cinofila temporanea.

Come è possibile avallare una zona addestramento cani di ben 38.000 ettari di terreno che praticamente abbraccia tutto il territorio venabile,con l’esclusione degli Istituti faunistici preclusi per legge dalla attività venatoria?
Come può essere biologicamente valido asserire che tutto sommato non è prevedibile individuare il periodo riproduttivo di tutte le specie di fauna omeoterma visto il territorio dell’ATC Chietino, adibito alla cinofilia temporanea,
così vasto e frequentato da un gran numero di specie?
I periodi biologici di riproduzione della selvaggina stanziale  e migratoria omeoterma sono certi e sanciti
 dalle leggi della natura e confermate da una  miriade di pubblicazioni scientifiche sia
sulle specie di indirizzo sia sulle specie migratorie. Ma ammettendo per assurdo che  non fosse possibile individuare tali periodi riproduttivi, appunto perché in contrasto con la norma non possiamo accettare l’istituzione di tale area. Infatti è la norma che tassativamente chiede di individuare  i periodi riproduttivi da parte dell’organismo di gestione ovvero dell’ATC che intende istituire l’istituto faunistico.
La relazione è una continua contraddizione. Da un lato si afferma  che è impossibile individuare l’arco temporale in cui far effettuare l’addestramento cani dall’altro di fatto esprime parere favorevole alla sua istituzione contravvenendo ai dettati normativi.
Durante il periodo di esercizio dell’addestramento cani ( 01 /02- 30/04/ ) su tutto il territorio cacciabile non esiste specie animale che non subisca per così ampie superfici un disturbo antropico.
Il paradosso nell’attività di gestione complessiva dell’ATC è che prima ripopola il territorio cacciabile con finalità riproduttive e poi in netta contraddizione  consente probabilmente sugli stessi animali immessi il disturbo antropico e sicuramente una perdita in percentuale consistente sugli stessi immessi e/o nati!!!
Oltre a danni sulla selvaggina, si creano qua e là danni ai terreni in attualità di coltivazione anche sulle colture a graminacee anche perché i cani non si arrestano, durante lo scovo del selvatico,facilmente. Infatti, l’ATC considerando il  rischio che corre, stoltamente pensa di far  gravare secondo un riduttivo comma di regolamento che  il pagamento di eventuali danni causati dalla pratica di addestramento  debba gravare sui singoli  cacciatori. Ma, in un’eventualità di giudizio su danni gravi alle coltivazioni riteniamo che  non può esimersi da responsabilità oggettive legate all’autorizzazione della pratica venatoria di addestramento!!!!!
Ma allora a cosa servono le aree cinofile istituite per la specifica finalità dalla Provincia ( sicuramente non gestite e non ripopolate ) se poi consentiamo contro l’etica venatoria l’addestramento su tutto il territorio venabile di un ATC provinciale?
 Per i motivi su esposti esprimiamo fortemente parere contrario all’istituzione dell’area cinofila temporanea perché:
1)      non il linea con i dettati normativi, ( tra l’altro nemmeno supportata da alcuna valenza scientifica che possa in qualche modo giustificarla perché indifendibile dal punto di vista legislativo ) con i principi etici venatori e con la biologia della fauna stanziale omeoterma che deve essere in via prioritaria  preservata e poi magari utilizzata per finalità venatorie;
2)      perché riteniamo che le aree cinofile provinciali presenti sul territorio dell’ATC opportunamente gestite possono appieno soddisfare le esigenze di tanti cinofili;
3)      perché riteniamo tra l’altro che la mancanza di una adeguato controllo del territorio da parte degli organi di controllo durante questa pratica nei periodi autorizzati possa favorire attività di bracconaggio diffuso sulla selvaggina scovata.
 Per tali motivi l’Associazione in caso di parere favorevole  sulla istituzione                                                 dell’area cinofila temporanea
da parte degli organi supervisori preposti  ad esprimerlo si riserva la possibilità di inviare un dettagliato esposto alle autorità competenti per la disamina del caso.
Vasto lì 16 gennaio 2013,                                          Distinti Saluti il presidente Provinciale
                                                                                                 

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