Cinghiali, la richiesta all’assessore Pepe: dichiarare lo stato di emergenza
E' quanto emerso nel corso di un tavolo tecnico con l'assessore regionale, le Prefetture e la Forestale
A seguito dell’incontro organizzato nelle scorse settimane presso il Comune di Bomba, cui parteciparono diversi imprenditori agricoli della Val di Sangro e in occasione del quale si era presentata l’ingestibile problematica dei danni da cinghiale, l’Assessore regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Dino Pepe, ha ritenuto utile promuovere un tavolo, nella giornata di ieri, 29 febbraio, presso la sede dell’Assessorato di Pescara con Sebastiano De Laurentis, promotore della petizione che vede oltre 300 firmatari del comune di Bomba e limitrofi, al fine di intervenire tempestivamente sull’emergenza cinghiali.
All’audizione hanno partecipato i rappresentanti delle Prefetture di Chieti, Pescara, Teramo e L’Aquila, della Guardia Forestale, numerose guardie e tecnici delle Province, nonché alcune associazioni di categoria degli agricoltori abruzzesi.
L’Assessore Dino Pepe ha evidenziato l’intera dinamica connessa all’emergenza dei cinghiali, in conformità della normativa nazionale; a seguire è intervenuto Mario Olivieri, Presidente della Commissione Sanità e Salute della Regione Abruzzo, ed ha argomentato sulla problematica sanitaria, stigmatizzando l’importanza della riduzione numerica dei cinghiali rispetto al pericolo sanitario attraverso epidemie per la loro movimentazione.
Olivieri ha evidenziato, altresì, come per altri animali posseduti in cattività dai nostri allevatori, è necessario disporre di un registro anagrafico nazionale per la loro movimentazione proprio a salvaguardia di eventuali epidemie per eventuali zoonosi diffusibili all’uomo, anche attraverso l’alimentazione.
“Non si spiega perché per i cinghiali in particolare e gli ungulati in generale, – afferma il presidente Olivieri – grossi branchi di animali allo stato brado possono circolare liberamente anche nei siti ormai quasi urbanizzati senza la possibilità di controllare la loro gestione numerica. A questo pericolo aggiungasi anche quello degli incidenti stradali, sovente anche letali, su tutta la nostra rete stradale regionale. Per queste motivazioni la drasticità dell’intervento si rivela immediata”.
“La discussa caccia di selezione, pur essendo utile, – dichiara Sebastiano De Laurentis, – così come organizzata si è rivelata insufficiente a fronteggiare l’emergenza poiché il numero dei cinghiali nocivi è esponenzialmente in aumento. Da qui l’esigenza didichiarare lo stato di emergenza e quindi di intervenire con leggi straordinarie che dichiarino la presenza dei cinghiali nocivi per l’uomo. Ritardare, in un intervento drastico così come altre regioni stanno facendo, vedasi la Toscana, significherebbe aumentare i rischi sull’incolumità umana senza alcuna risoluzione della dilagante problematica. Un grande ringraziamento per l’incontro promosso e per l’impegno assunto, con la sua caratteristica sensibilità, va all’Assessore Dino Pepe
All’audizione hanno partecipato i rappresentanti delle Prefetture di Chieti, Pescara, Teramo e L’Aquila, della Guardia Forestale, numerose guardie e tecnici delle Province, nonché alcune associazioni di categoria degli agricoltori abruzzesi.
L’Assessore Dino Pepe ha evidenziato l’intera dinamica connessa all’emergenza dei cinghiali, in conformità della normativa nazionale; a seguire è intervenuto Mario Olivieri, Presidente della Commissione Sanità e Salute della Regione Abruzzo, ed ha argomentato sulla problematica sanitaria, stigmatizzando l’importanza della riduzione numerica dei cinghiali rispetto al pericolo sanitario attraverso epidemie per la loro movimentazione.
Olivieri ha evidenziato, altresì, come per altri animali posseduti in cattività dai nostri allevatori, è necessario disporre di un registro anagrafico nazionale per la loro movimentazione proprio a salvaguardia di eventuali epidemie per eventuali zoonosi diffusibili all’uomo, anche attraverso l’alimentazione.
“Non si spiega perché per i cinghiali in particolare e gli ungulati in generale, – afferma il presidente Olivieri – grossi branchi di animali allo stato brado possono circolare liberamente anche nei siti ormai quasi urbanizzati senza la possibilità di controllare la loro gestione numerica. A questo pericolo aggiungasi anche quello degli incidenti stradali, sovente anche letali, su tutta la nostra rete stradale regionale. Per queste motivazioni la drasticità dell’intervento si rivela immediata”.
“La discussa caccia di selezione, pur essendo utile, – dichiara Sebastiano De Laurentis, – così come organizzata si è rivelata insufficiente a fronteggiare l’emergenza poiché il numero dei cinghiali nocivi è esponenzialmente in aumento. Da qui l’esigenza didichiarare lo stato di emergenza e quindi di intervenire con leggi straordinarie che dichiarino la presenza dei cinghiali nocivi per l’uomo. Ritardare, in un intervento drastico così come altre regioni stanno facendo, vedasi la Toscana, significherebbe aumentare i rischi sull’incolumità umana senza alcuna risoluzione della dilagante problematica. Un grande ringraziamento per l’incontro promosso e per l’impegno assunto, con la sua caratteristica sensibilità, va all’Assessore Dino Pepe
Cera una volta la guardia venatoria volontaria.
RispondiEliminaoggi la sorveglianza per l'attivita' venatoria è vicina allo zero per tutta la zona del Vastese, se non vado errato, è affidata a sole due guardie farestali, che tra l'altro non è la sola funzione che svolgono,,,,,!!
Il bracconaggio oggi , spesso, è quello di gruppi di facinorosi che con il pretesto di svolgere la caccia al cinghiale, fanno piazza pulita di tutto quello che incontrano.
Lo "spirito" è quello di arricchire la cena di gruppo di carne di cinghiale con quella di fagiani e starne, senza porsi nessun scrupolo di praticare la caccia a rastrello che per questi ultimi selvatici è vietata!
Esiste di fatto "nell'aria" , non il timore delle leggi vigenti, ma una certezza di sicura impunità e onnipotenza....!
Codiuvati dalle radio trasmittenti si segnalano a vicenda gli involi provocati accidentalmente dai segugi o quelli da colleghi che praticano quel tipo di caccia, descrivendo il luogo esatto delle rimesse....poi alcuni di loro che sono appostati per il passaggio dei cinghiali, portano con loro legati,anche cani da punta che vengono utilizzati all'occorrenza.... !!
Cosa dire a questi signori che fanno delle leggi vigenti carta straccia...!! Cosa dire alle associazioni venatorie che dovrebbero per legge formare la coscienza "civica" degli associati e fare corsi per guardie volontarie per la sorveglianza dei territori !!??
un saluto
da un cacciatore di stanziale