Cinghiali contaminati: in Abruzzo mancano i controlli
La notizia dei cinghiali contaminati da agenti radioattivi in Piemonte
rimbalza anche nel Chietino e desta qualche preoccupazione. Il
consigliere provinciale Camillo D’Amico prende carta e penna e scrive al
presidente Di Giuseppantonio, denunciando l’assoluta mancanza di
controlli sulle carni di animali abbattuti dai cacciatori. «La notizia
che proviene dalla provincia di Vercelli non rende noi immuni dal
medesimo pericolo per il solo fatto che qui i controlli sanitari sui
capi abbattuti non è obbligatorio. Il fatto che i cinghiali siano
presenti su tutto il nostro territorio provinciale in numero elevato e,
probabilmente, molto superiore alla norma non deve essere certificato da
nessuno perché è un dato visivo e concreto riscontrato
quotidianamente. La cosa è talmente palese che è a voi noto quanto
possente sia il fenomeno del bracconaggio che alimenta l’illegale
mercato della carne di questo ungulato. Il regolamento da noi
predisposto e da voi bloccato prevedeva anche dei controlli sanitari
sulle carni». Alla luce di queste considerazioni il capogruppo del Pd
chiede «la predisposizione di un regolamento atto a garantire il
controllo sistematico del territorio che si contestualizzi con un
contenimento numerico della specie cinghiale; la predisposizione di un
accordo di programma con il servizio veterinario dell’Asl che renda
obbligatorio il controllo sanitario di tutti i capi abbattuti al fine di
avere certezza per la successiva commestibilità; l’aumento dei
controlli sul territorio che prevenga e combatta il grave ed illegale
fenomeno del bracconaggio».
Innegabile l'opportunità di certi provvedimenti reclamati da Camillo D'amico che scongiurino pericoli che sono reali, compreso il mercato illegale di carne non controllata dalle ASL.
RispondiEliminaMa altri ancora sono i rischi, a mio avviso, che questo ungulato con la presenza massiccia ormai accertata dai numerosi abbattimenti registrati dalla caccia LEGALE ogni anno:
La mia opinione che il pericolo maggiore viene proprio DALLE PRESENZE che nonostante la caccia, si registrano a dismisura....Questo animale sfrutta le zone chiuse alla caccia per rifugiarsi e riprodursi, SE NON VERRà VARATO UN NUOVO METODO DI SELEZIONE E DI ABBATTIMENTO,MAGARI FATTO DA PERSONE SPECIALIZZATE, QUESTO ANIMALE è DESTOINATO A RIPRODURSI IN UNA MANIERA ESPONENZIALE e SICURAMENTE IN FUTURO, CREERA'PROBLEMI SANITARI, che per il gran numero, POTRANNO ASSUMERE CARATTERI EPIDEMIOLOGIGi...(!)
Michele Di Fabio