mercoledì 23 gennaio 2013

NASCE IL SINDACATO DEI CACCIATORI

Postato il 23 Gennaio 2013
Riceviamo e pubblichiamo.
Da una iniziativa sul famoso social network cresciuta nel tempo, il 26 novembre 2012 nasce, legalmente costituito, il Sindacato Venatorio Italiano (SVI).
L’idea prende vita dall’incontro di un gruppo di persone, cacciatori, i quali, in seguito a ripetuti incontri e riflessioni, preso atto dello stato pietoso in cui attualmente versa l’attività venatoria a livello nazionale e considerato quanto negativamente accaduto in quasi tutte le regioni italiane nella gestione venatoria 2012/2013, decidono oramai giunta l’ora di doversi dotare di un nuovo organismo capace di rappresentare con forza e degnamente i diritti dei cacciatori tutti.
Tale considerazione, ovviamente, ha un solo comune denominatore, inglobare sotto un unico simbolo, se non tutti, la maggioranza dei cacciatori italiani, più comunemente lo S.V.I. ricerca la sola carta vincente, da tanti predicata ma da nessuno messa in atto che ha un solo nome, UNITA’.
A chi allora si rivolge il sindacato, esso si rivolge al cacciatore, quella persona che dopo aver pagato tassa governativa, tassa regionale, quota di accesso a più ambiti provinciali, e per riconosciuta oramai carenza di territorio cacciabile, quota per accedere in qualche ambito extra regionale, assicurazione, alla fine si ritrova inesorabilmente ad avere il problema, quando la mattina esce di casa per poter godere qualche ora della sua bella passione, a scontrarsi con il dilemma di non sapere ne dove andare, ne con chi accompagnarsi.
Lo S.V.I. non è contro nessuna associazione venatoria, tanto è che lo stesso non propone una tessera assicurativa ma esclusivamente una tessera associativa anche se con queste ultime resta molto critico. Lo stato pietoso in cui versa l’attività venatoria è in gran parte imputabile ad una loro conduzione superficiale della materia caccia se pensiamo che in quasi tutte le regioni italiane vengono emanati annualmente calendari venatori, sentiti i rappresentanti di tutte le AA.VV. riconosciute, che alla fine si dimostrano dei veri e propri colabrodo, tanto è che, regolarmente impugnati dai nostri storici nemici, vengono da essi puntualmente vinti, arrecando gravi danni ai cacciatori costretti a subire in periodo di caccia aperta ulteriori limitazioni di tempi e di specie se non addirittura il fermo, seppur momentaneo, dell’attività venatoria.
Lo S.V.I. non è contro nessun partito politico, anzi è consapevole che la politica ha un ruolo fondamentale per le sorti dell’attività venatoria, se è vero come è vero che nessuna legge viene approvata fuori da un’aula politicamente preposta. Piuttosto il sindacato sarà attento a promuovere quel politico, a qualunque corrente dovesse appartenere, che dimostrerà con i fatti di voler lavorare negli interessi della categoria e nel rispetto delle normative vigenti sia nazionali che europee.
Cosa si prefigge lo S.V.I.:
1)    L’unità di tutti i cacciatori delusi dal fallimentare lavoro portato avanti da un associazionismo venatorio che non ha mai saputo trovare una vera e propria coesione frammentando il mondo della caccia in tante sigle associative ed annullando di fatto il potere contrattuale della categoria.
2)    Rendere partecipi al proprio progetto tutti i portatori della cultura rurale, consapevoli di una contrapposta cultura urbana la quale male informata da un falso animal-ambientalismo sta rischiando di annullare un bagaglio di tradizioni tramandateci e che ci rammentano chi siamo e da dove veniamo.
3)    Dimostrare all’opinione pubblica con i fatti e non solo con le parole che il cacciatore è l’unico vero ambientalista. Il Sindacato si farà carico di organizzare le giornate per l’ambiente che si terranno periodicamente in tutta Italia intervenendo volontariamente alla bonifica delle aree agro-silvo-pastorali deturpate dall’abbandono di materiale inquinante. Di istituire ogni anno una vera e propria vigilanza ambientale finalizzata alla prevenzione degli incendi dolosi che ogni estate mandano in fumo migliaia di ettari boschivi.
4)    Entrare nelle scuole con proprio personale qualificato per parlare agli scolari di ambiente e di fauna e dell’importante funzione che oggi la caccia ha su quest’ultima con la corretta gestione della stessa. Le scolaresche andranno condotte in periodo di caccia chiusa, nei momenti interessati dal passo migratorio primaverile, ad osservare dagli arenili o dall’entroterra su laghetti artificiali utilizzati in inverno per la caccia, ad ammirare le centinaia di specie avicole che attraversano in quel periodo la nostra penisola. Potranno così imparare le differenze che intercorrono tra un’anatra ed un trampoliere ma soprattutto potranno rendersi conto che la natura vive a dispetto delle catastrofiche descrizioni dei falsi ambientalisti che parlano di estinzioni animali additando come maggiore se non unico responsabile il cacciatore.
5)    Il sindacato porrà particolare attenzione verso tutti coloro che a vario titolo, a parole o con fatti, a titolo personale o con azioni provenienti da enti istituzionali, arrechino danno alla categoria, esso si è già dotato di uno studio legale che dovrà garantire la corretta applicazione di tutte le norme relative alla materia caccia, a partire da subito non sarà più tollerato nulla, noi vi promettiamo che da oggi in poi chi sbaglia paga.
6)    Noi prendiamo l’impegno di tenervi costantemente informati su ogni nostra iniziativa e sui risultati ottenuti, ma tutto ciò dipenderà esclusivamente da voi iscrivendovi compatti al sindacato e creando una rete capillare di volontariato fatta di azioni concrete e di contro informazione per rompere il muro di omertà e di disinformazione creato ad arte da chi non vuole che i cacciatori siano informati realmente di ciò che accade e dei loro sacrosanti diritti.
Per informazioni rivolgersi ai seguenti indirizzi: Ufficio stampa S.V.I. ( Sindacato Venatorio Italiano ) INFO:MAIL sindacatovenatorioit@libero.it CELL 3392572044

Nessun commento:

Posta un commento